martedì, marzo 09, 2010

(jack vettriano)


Per molto tempo crediamo di conoscere la natura dei nostri desideri, delle nostre inclinazioni e dei nostri stati d'animo. Ma poi arriva un attimo in cui un'esplosione assordante - perché il pianissimo del silenzio può equivalere talvolta al fortissimo di uno scoppio - ci avverte che viviamo in luoghi diversi da quelli in cui vorremmo vivere, che non ci occupiamo delle cose per cui abbiamo attitudine, che cerchiamo i favori o suscitiamo la collera di persone con cui non abbiamo nulla in comune, mentre ci manteniamo distanti, sordi e indifferenti nei confronti delle persone di cui sentiamo nostalgia e a cui siamo legati da un vincolo profondo. Chi non presta ascolto a un tale avvertimento rischia di vivere una vita goffa e dimezzata, senza mai essere veramente se stesso. Non è un sogno e neanche "un sogno a occhi aperti": è uno strano, rapinoso stato d'animo quello che ci rivela quali siano i nostri compiti, i nostri obblighi e il nostro destino, e che cosa, nella nostra vita, appartenga esclusivamente a noi; questi istanti ci mostrano cosa vi è di personale nella nostra esistenza, quello che entro i limiti angusti della condizione umana costituisce l'essenza specifica dell'individualità."
Sandor Màrai - Confessioni di un borghese

5 commenti:

@@@ ha detto...

è cos' difficile a volte essere se stessi...

il monticiano ha detto...

Mi complimento con te perché vai a scovare certi scrittori che scrivono in maniera così intensa e profonda.
C'è molto da riflettere.

Franca ha detto...

Magari potessimo essere sempre noi stessi e vivere secondo le nostre inclinazioni...

Baol ha detto...

Il desiderio, quello che lascia senza respiro...

che bello

Marina Salomone ha detto...

Sono perfettamente daccordo e questo scritto lo enuncia in modo sublime!!!