domenica, maggio 31, 2009

parole


AS PALAVRAS

São como um cristal,
as palavras.
Algumas, um punhal,
um incêndio.
Outras,
orvalho apenas.
Secretas vêm, cheias de memória.
Inseguras navegam:
barcos ou beijos,
as águas estremecem.


Desamparadas, inocentes,
leves.
Tecidas são de luz
e são a noite.
E mesmo pálidas
verdes paraísos lembram ainda.

Quem as escuta? Quem
as recolhe, assim,
cruéis, desfeitas,
nas suas conchas puras?



LE PAROLE

Sono come un cristallo,
le parole.
Alcune, un pugnale,
un incendio.
Altre,
rugiada appena.

Segrete vengono, piene di memoria.
Insicure navigano:
barche o baci,
agitano le acque.

Abbandonate, innocenti,
leggere.
Tessute sono di luce
e sono la notte.
E persino pallide
ricordano ancora verdi paradisi.

Chi le ascolta? Chi
le raccoglie, così,
crudeli, disfatte,
nei loro gusci puri?

NAS PALAVRAS

Respiro a terra nas palavras,
no dorso das palavras
respiro
a pedra fresca da cal;

respiro um veio de água
que se perde
entre as espáduas
ou as nádegas;

respiro um sol recente
e raso
nas palavras,
com lentidão de animal.


NELLE PAROLE

Respiro la terra nelle parole,
nel dorso delle parole
respiro
la pietra fresca della calce;

respiro una vena d'acqua
che si perde
tra le spalle
o le natiche;

respiro un sole recente
e raso
nelle parole,
con lentezza d'animale.

7 commenti:

Lucien ha detto...

... stanno perdendo sempre più il loro significato e la loro funzione primaria a favore dell'immagine. Lo vedo nei ragazzi che faticano sempre di più trattenere e a fissare concetti ed informazioni.
Una metamorfosi che è difficile prevedere dove ci porterà.

serenella ha detto...

Certo che le parole sono importanti!Quelle ben dosate, pensate, ragionate, mitigate dal cuore. Altrimenti feriscono.

Baol ha detto...

LE MIE PAROLE

"Le mie parole sono sassi, precisi e aguzzi,
pronti da scagliare,
su facce vulnerabili e indifese,
sono nuvole sospese, gonfie di sottintesi,
che accendono negli occhi infinite attese
sono gocce preziose, indimenticate,
a lungo spasimate e poi centellinate,
sono frecce infuocate
che il vento o la fortuna sanno indirizzare

Sono lampi dentro a un pozzo, cupo e abbandonato,
un viso sordo e muto che l'amore ha illuminato,
sono foglie cadute, promesse dovute,
che il tempo ti perdoni per averle pronunciate
sono note stonate, sul foglio capitate per sbaglio,
tracciate e poi dimenticate,
le parole che ho detto, oppure ho creduto di dire,
lo ammetto

RIT.
strette tra i denti,
passate, ricorrenti,
inaspettate, sentite o sognate…

Le mie parole son capriole, palle di neve al sole,
razzi incandescenti prima di scoppiare,
sono giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare,
piccoli divieti a cui disobbedire,
sono andate a dormire, sorprese da un dolore profondo
che non mi riesce di spiegare
fanno come gli pare, si perdono al buio
per poi continuare

Sono notti interminate, scoppi di risate,
facce sovraesposte per il troppo sole,
sono questo le parole,
dolci o rancorose, piene di rispetto oppure indecorose
Sono mio padre e mia madre,
un bacio a testa prima del sonno un altro prima di partire,
le parole che ho detto, e chissà quante ancora
devono venire…

RIT.
strette tra i denti
risparmiano i presenti,
immaginate, sentite o sognate,
spade, fendenti,
al buio sospirate, perdonate,
da un palmo soffiate"

PACIFICO

Pellescura ha detto...

parole, parole parole, soltanto parole...:-)

Alberto ha detto...

Verba volant. ;-)

Un abbraccio conLeAli :-)

il monticiano ha detto...

Non dico una parola, mi basta e mi soddisfa leggere.

zefirina ha detto...

io spero proprio che non muoianomai, ma ancor di più spero che non vengano così spesso usate a sproposito