giovedì, marzo 05, 2009

mulini bianchi

l'idea di Famiglia che ognuno di noi ha dentro è diversa, mediata dalle esperienze personali, da come è stato nascere e vivere nella nostra famiglia d'origine e quando viene il momento di averne una nostra procediamo per contrapposizione o per corresponsione, ma la famiglia tradizionale non esiste più : quella dove ognuno ha un suo ruolo preciso, dove tutto è ordine e tutto è codificato, ora invece siamo costretti spesso a trovare il modo di ricevere e dare amore, rispetto e ascolto anche al di fuori di queste famiglie da mulino bianco, certo una famiglia unita potrebbe dare più garanzia di buone relazioni, certo in una famiglia divisa o allargata l'impresa di reggere responsabilità e affetti e legami sembrerebbe più ardua, i sensi di colpa verso l'uno o l'altro dei componenti sono sempre in agguato, è una vera sfida che però si può vincere, con una buona dosa di adatttabilità, pazienza e mediazione e non è detto che crescere in una famiglia così sia peggio o meglio che in una tradizionale, è solo un altro modo di essere famiglia.

23 commenti:

silvano ha detto...

E' un'evoluzione o no? La famiglia è meno centrale di una volta, ha meno peso ed è multiforme, ma forse oggi si è più liberi. Poi, per inciso, trovo troppo finta la famiglia del mulino ed anche le loro pubblicità. Siamo persone, non stereotipi.

Vincenzo Cucinotta ha detto...

E' permesso infrangere un tabù ed affermare che la famiglia è superata? Che a forza di modificare, di togliere di qua e aggiungere di là, una struttura chiamata famiglia non esista più?
Il che non implica certo che sia finito il piacere di stare con i piccoli e curarli, la voglia di amare ed essere amati, insomma tutto ciò che tradizionalmente è associato alla famiglia.
Significa soltanto che possiamo farlo in maniera più flessibile, cioè anche verso i bimbi deglia ltri, ad esempio.
La famiglia è sì il nucleo della solidarietà, ma, nello stesso tempo, proprio per questa ragione, è anche la fonte dell'esclusione: un dentro la famiglia, implica necessariamente un fuori-famiglia.
E mi fermo qui, per non approfittare troppo della vostra attenzione (sennò continuerei...ehehe)

Anonimo ha detto...

..la famiglia tradizionale non esiste più ..in una famiglia divisa o allargata l'impresa di reggere responsabilità e affetti e legami sembrerebbe più ardua ..
Oggi assistiamo allo "spaesamento" di tutto e di tutti, in nome di una libertà, che in realtà è un semplice "andare a tentoni" senza bussola nel mare in tempesta ...
Poi, magari, in qualche caso e in qualche modo le relazioni reggono, i rapporti, faticosamente re-impostati, trovano un punto di equilibrio ma, più in generale, anche tanta sofferenza e perdita di senso ...

Pellescura ha detto...

tra un po' li sfrattano...

zefirina ha detto...

io dico sempre che la mia famiglia più che allargata, talvolta sembrerebbe allagata, ma non è poi così male, siamo tanti e tutti differenti ma proprio in queste differenze sta la nostra valenza, ci compensiamo a vicenda

quando si parla di "famigliastre", di famiglie non tradizionali so sempre di cosa stiamo parlando: i miei hanno divorziato quando in pochi lo facevano, ho divorziato a mia volta, mi sono riposata, mia figlia ha convissuto con prole e ora è sposata, i consuoceri hanno nuove famiglie, a natale se ci riuniamo tutti siamo una marea, Lorenzo il più piccolo, l'ultimo arrivato si destreggia tra vecchi e nuovi compagni senza batter ciglio

non so se è meglio o peggio, so che questa è la mia famiglia

il monticiano ha detto...

Abuso del tuo spazio e scherzo:
-se prima eravamo in tre a cantare mapì mapò adesso siamo in due a cantare fin che si può.
La "famigghia" è molto cambiata, te lo confermo nella mia qualità di figlio di siciliani.

la signora in rosso ha detto...

Si la famiglia è cambiata, ma nel nostro immaginario, abbiamo ancora la famiglia del mulino bianco, altrimenti nelle separazioni non ci sarebbe tanta sofferenza...

Franca ha detto...

"...la famiglia tradizionale non esiste più..."

Questo è un dato di fatto.
Adesso esistono tanti tipi di famiglia, ma a tutti va riconosciuta la medesima dignità...

zefirina ha detto...

ecco brava franca ad ognuna va riconosciuta la medesima dignità,

signora in rosso nelle separazioni c'è tanta sofferenza perchè non sappiamo gestirle, perchè alle volte si usano i figli come armi, perchè non ci si ricorda che niente è per sempre, perchè si ha voglia di rivincita o di rivalsa e invece basterebbe usare il buonsenso o l'educazione, perchè non ci si ricorda che ci si separa dal coniuge e non dai figli

@aldo sei proprio un mito, ora siamo in tanti a cantare mapì mapò, te lo dice una nipote di siciliani

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Mi sembra chiarissimo: la famiglia è ancora un tabù, una parola che non si può abbandonare...

Laura Raffaeli ha detto...

se ci leviamo di dosso le contaminazioni soprattutto religiose e da spot, vedrai che la "famiglia" è diversa dal mulino bianco, vede un uomo che va a caccia o a procurare cibo, svariate mogli che crescono cuccioli e amministrano la terra (l'economia l'abbiamo inventata noi donne e pure il concetto di territorio purtroppo..) cosa c'è di mulino bianco in questo? eppure è la famiglia più naturale per l'essere umano.
adeguata ad oggi pure che cambia? uno con svariate amanti e una moglie (chiamata la preferita dai più sinceri) che crescono figli, sbattendosi nel lavoro anziché amministrare la terra come una volta.
le donne hanno perso un potere naturale: quello di gestire una famiglia, che è branco, oggi molte stanno tutte appresso all'uomo dolce e carino, spesso più donna di me, probabile che la "famiglia" sia diventata mulino bianco perché agli uomini manca quell'aspetto primordiale di gruppo o branco? in finale comunque la famiglia canonica imposta da immagini e pensieri stereotipati non èmai esistita e mai esisterà: esisteva una volta il branco, questo si, ciao fregatene se non rientri nei canoni, lasciale agli altri le illusioni, un abbraccio laura

Anonimo ha detto...

Esistono tanti tipi di famiglia, sono d'accordo ed esistono anche tanti sensi di colpa indotti.
Buon 8 marzo

Anonimo ha detto...

La mia definizione di famiglia è: persone che si vogliono bene.

Questa è una famiglia, per me. Il resto sono invenzioni, o peggio: prigioni. Ed è questo, da sempre, che genera sofferenza.

Buona festa Zefirina.

:)

Vincenzo Cucinotta ha detto...

@Artemisia
Che tristezza questo mondo, costretti a volere bene solo ai propri familiari...

zefirina ha detto...

vincenzo secondo me artemsia intendeva dire che consideri famiglia anche le persone a cui vuoi bene

Anonimo ha detto...

@Vincenzo: A me invece questo mondo non pare affatto triste, perchè allargo la mia famiglia a tutti quelli a cui voglio bene, e sono tanti.
Se poi a te pare triste, un motivo ci sarà.

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Se invece di allargare la famiglia fino ad includere il mondo intero, se ne facesse semplicemente a meno? Mi pare una cosa più semplice...

Anonimo ha detto...

Vincenzo, non si tratta di "fare a meno" della famiglia, si tratta di rivederne il concetto, e non è una perdita questa, ma un arricchimento del concetto stesso, un allargarlo senza "annacquarlo". Il mondo è cambiato, le situazioni sono cambiate, bisogna prenderne atto. Il problema è che i modelli che ci vengono proposti, attraverso la pubblicità ma purtroppo anche attraverso la politica, non riflettono la realtà ma una falsa immagine. Che viene "contrabbandata" per quella giusta, il valore perduto, il modello felice dal quale ci siamo ahimè allontanati.
Io credo che Zefirina volesse dire questo.

Nessuno ha parlato di "includere il mondo intero". È chiaro che non si può voler bene in maniera personale al "mondo intero", si vorrà sempre bene a singole persone. Queste persone che si vogliono bene per me sono una famiglia.

Se poi uno lo vuole chiamare in un altro modo, va bene anche quello.
Non è il nome che conta, è il contenuto.

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Vabene, Artemisia, chiamiamolo come vogliamo. Ma il punto è ovviamente un altro, che sia tu che Zefirina non affrontate.
E' possibile pensare a una società migliore pensando sempre di rifugiarci nel nostro covo, finora chiamato famiglia, poi vedremo, occupandoci non di tutti i bambini, ma dei nostri, come se invece non fossero tutti nostri i bambini, ovunque sono nati e qualunque sia il colore della loro pelle?
Diciamo che le peggiori violenze avvengono in famiglia, ammettiamo che sostenere la nostra cultura finisce col creare discriminazioni razziste a partire da discriminazioni razziali, e però, difendiamo la famiglia, anche di fronte alla sua evidente incapacità ad affrontare il mondo di oggi ed i suoi problemi.
Il passo in avanti che ho fatto anche nel mio libro è la critica al concetto stesso di famiglia.
AS me parea volte che ci appendiamo all'esistente per una forma di insicurezza che ci paralizza.
Chiarite queste cose, si può parlare di famiglia o di quello che volete: ma non si tratta davvero di nominalismo.

Anonimo ha detto...

Molto probabilmente siamo di nuovo di fronte ai limiti del mezzo (blog), ma sinceramente mi pare che tu stia dicendo un po' tante cose, alcue condivisibili, altre contraddittorie.
A dirtelo francamente, insomma, non ho capito se tu affermi che il concetto di famiglia vada riveduto (concordo), se vada difeso ad oltranza (non concordo)oppure un'altra cosa ancora.
Lungi da me scrivere un trattato sulla famiglia su un blog, però se vuoi discuterne forse sarebbe utile discutere un punto alla volta, e magari non qui.

Vincenzo Cucinotta ha detto...

@Artemisia
Penso che tu abbia ragione sui limiti del mezzo, ma, prima di chiudere questa discussione, ti volevo comunicare una mia impressione. E' come tentare di parlare dell'esistenza di Dio con un credente: se ci credi, nulla ti convincerà del contrario.
Così, mi pare che anche tu credi tanto alla famiglia da non riuscire a leggermi, quando dico che la famiglia è una struttura sociale secondo me superata, quindi da eliminare. Non ho scirtto eliminare per non fare la aprte del gendarme che costringe la gente con la forza dal convivere con altri. Difatti, non credo a interventi d'autorità, ma che dovremmo soprattutto riflettere su un modo e un luogo diverso dove far crescere i piccoli.
Sarà stao più chiaro? non ne sono certo, ma c'ho provato.

Anonimo ha detto...

Ma se è quello che sto dicendo io!

:D

zefirina ha detto...

mi ero persa questa discussione, io non ho alcuna intenzione di rinunciare alla "famiglia" , ma il concetto che ho di famiglia, giocoforza, nel corso degli anni è per me cambiato e per l'appunto si è allargato a comprendere alcuni cari amici che per me ormai sono talmente intimi che non posso pensare che non facciano parte della mia sfera affettiva e della mia famiglia.
Peraltro la mia famiglia non è un castello arroccato e circondato da un fossato ma bensì un luogo dove molti arrivano e da dove tutti possono ripartire sapendo che ci sarà sempre un posto per loro, tanto è vero che Valentina, mia figlia, vive all'estero e presumo ci rimarrà a lungo, lei dice sempre che è grazie a come l'ho educata e perchè no amata: si sente libera di andare perchè sa che può sempre tornare e trovare un posto per lei