nostalgia
Narrami, o Musa, dell'eroe versatile, che così tanto
vagò, dopo che ebbe distrutto la sacra rocca di Troia:
di molti popoli vide le città e conobbe le menti,
molte angustie soffrì nel suo cuore sul mare,
per guadagnare la vita a se stesso e il ritorno ai compagni
proemio dell'Odissea (vv.1-5)
Ulisse un eroe che "molto sopporta", dotato di una tenace resistenza, di una capacità di incassare i colpi che la sorte e gli dei gli infliggono nel suo viaggio di ritorno a casa, un viaggio che non porta l'eroe a una meta ma lo riconduce al suo originario punto di partenza, a casa. Un viaggio che porta a ritrovare finalmente le proprie cose ma soprattutto se stesso.
il vocabolario dice che nostalgia deriva dal greco: nostòs (ritorno) e àlgos (dolore): desiderio doloroso del ritorno; stato psicologico di tristezza e di rimpianto per la lontananza da persone o luoghi cari o per un evento collocato nel passato che si vorrebbe rivivere.
questa la definizione classica ma a me ne piace un'altra che lessi tanto tempo fa su un articolo:
la nostalgia è un abbraccio mancato
2 commenti:
posso testimoniare che almeno per me è proprio così.
Cmq rovinerò l'atmosfera calda ma secondo me Ulissa era un dritto.
Non mi ricordo dove, chi era l'autore, che titolo aveva il libro, non so neanche se è un mio pensiero immaginario, ma mi smebra di aver letto qualcosa su Penolope e il suo dolore, sul profondo egoismo dell'uomo Ulisse.
E' per caso un libro che mi hai prestato tu?
parli del canto di penelope di margaret atwood, in effetti nemmeno a me la figura di ulisse è stata mai particolarmente simpatica, ma in questo caso rendeva bene l'idea
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