mercoledì, luglio 14, 2010

uomini che uccidono le donne

la violenza sulle donne è aumentata del 300% negli ultimi 9 anni dice una statistica dell'Eurispes eil 31,9% di donne italiane ha subito una violenza almeno una volta nella vita, e dato ancor più sconfortante quella cosidetta domestica è in aumento, in questi giorni continuo a leggere cronache di morti annunciate: fidanzati e mariti gelosi che già in passato avevano manifestato episodi di violenza o di stalking hanno "finalmente" messo in atto le loro follie omicidie, qualcuno banalizza adducendo il caldo di questi giorni come scusa, ma non ci sono scuse è semplicemente colpa di come molti (e non voglio generalizzare) percepiscono noi donne, come una minaccia alla loro precario predominio e allora l'unico modo per ribadire una loro presunta forza, e non voglio usare la parola virilità, è metterci a tacere, con ogni mezzo possibile.

"La violenza sulle donne è uno scandalo per i diritti umani. In molte società questo problema si scontra con la mancanza di interesse, il silenzio e l'apatia dei governi." dice Amnesty, e Michela Marzano su repubblica fa una bella disamina del fenomeno. Secondo un rapporto del Panos Institute la violenza sulle donne è la prima causa di morte, più del cancro e più della guerra perchè poi la violenza sulle donne non conosce confini.

Non possiamo stare a guardare, bisogna cambiare il modo che molti uomini hanno di percepire noi donne, e ricordiamoci che siamo noi ad aver generato questi uomini, cerchiamo di educarli per bene!

14 commenti:

Baol ha detto...

Stiamo correndo senza freni verso un baratro, questa è la verità...

zefirina ha detto...

no, non ci voglio credere e soprattutto non mi voglio arrendere

SandalialSole ha detto...

Concordo con la tua conclusione. C'è un ruolo delle donne anche nell'educazione di questi uomini. E c'è un ruolo anche dei loro padri. Non dimentichiamocelo.

Vincenzo Cucinotta ha detto...

E' una cultura antica che si ripresenta, in assenza di movimenti femministi visibili. Allo stesso modo in fondo, del capitalismo spietato e vorace ottocentesco che trionfa nel mondo in assenza di un protagonismo operaio. Appena le lotte si placano, chi ha il potere ne approfitta: le conquiste non sono mai definitive. Speriamo che ci si svegli presto.

il monticiano ha detto...

La maggior parte degli uomini considera le donne un oggetto e ti chiedo scusa per la banalità della frase.
Sono fiero di non far parte di quella schiera di grandi str....

Alberto ha detto...

Questi ultimi delitti mi hanno proprio intristito.

Tintarella di... Luna ha detto...

Veramente un momento brutto per le donne.Si sta cadendo sempre più in basso e a farne le spese sono sempre e comunque le donne...bah...

Anonimo ha detto...

dramatique ce comportement de l homme et je constate bien souvent que le sujet qui amene le drame est souvent futile au depart.

TINO DE LUIK

silvano ha detto...

Non è un momento brutto per le donne, si trattasse di un momento la cosa si risolverebbe. La violenza sulle donne è una costante della nostra società.

Molteplici sono le cause, non ultima quella del modello di donna che propinano i media: un oggetto, una povera deficiente con le tette al vento che non ha nemmeno diritto di parola ma solo di far vedere il proprio corpo come un quarto di bue.

Questi modelli violenti e maschilisti (fascisti direi in una parola) sono benedetti e incoraggiati dalla società.

L'uomo, il drago che si accompagna a minorenni viene alfine cantato dalla pseudo/cultura dominante come modello vincente, modello unico di maschio potente e padrone, e questa narrazione produce invidia e voyeurismo d'accatto ma questo è il paese, questa la società.

Ci vorrebbe anche un po' di ribellione da parte delle donne, una ribellione ai modelli che vengono imposti, la consapevolezza che quei modelli travestiti da emancipazione e modernità in realtà riducono la donna a oggetto.

Parimenti gli uomini non dovrebbero cadere nel modello maschile mediatico: un ricco e potente fesso che come può comprarsi il SUV, così può prendere e usare le donne.

Ci sarebbe bisogno della capacità di ribellarsi. Ribellarsi anche alla solita manfrina dei tg che sempre parlano di raptus, di caldo, di conoscenti che dicono "ma era tanto un bravo ragazzo", ma era buono e gentile con tutti, ecc.

Era. Ora invece è un assassino e la donna è una vittima, un cadavere.

Ci sarebbe bisogno di una grande rivoluzione culturale che il nostro paese stanco e mediocre come s'è ridotto non saprà mai fare.

zefirina ha detto...

ultimamente sono usciti molti "saggi", libri di donne che parlano di donne e che denunciano quello che tu dici, io insisto la rivoluzione deve cominciare anche in famiglia dove noi mamme alleviamo questi piccoli uomini futuri, siamo noi che dobbiamo dargli un modello positivo e diverso da quello che ci propinano i media, se li educhiamo per bene non si lasceranno fuorviare, se poi anche a scuola faranno il loro dovere allora forse ci sarà una speranza.
Io le vedo le giovani coppie, amiche e amici di mia figlia, dove tutto questo sembra realizzabile

silvano ha detto...

Zefi, non resta che sperare nei giovani. Loro hanno sulle spalle i fallimenti delle nostre generazioni.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Ho letto quell'articolo. Purtroppo ha ragione Vincenzo;in assenza di chi vigila sulle conquiste ottenute poi é facile in momenti come questo che siano rimesse in discussione. Faccio mio l'auspicio di Vincenzo.

GraficWorld ha detto...

Purtroppo questa societa' e' marcia dentro..Ostenta la liberta' ed oprime il diritto alla vita.
Un sorriso ed una buona giornata
Gio'

Francesco Zaffuto ha detto...

intervengo con ritardo, perchè solo ora ho avuto modo di leggere questo post. Trovo essenziale la riflessione sul rapporto educativo che fa Zefirina, aggiungerei che ancora siamo agli albori di una analisi approfondita sul fenomeno.
L'uomo che fa violenza sulle donne, non lo fa sempre con le stesse motivazioni: cè una violenza come prepotenza e c'è anche una violenza come reazione all'abbandono che invece dimostra grande fragilità. Mi sono solo azzardato a fare questa distinzione per evidenziare la complessità del fenomeno.
Altro che arrendersi e parlare di declino dell'uomo e di apocalissi; quello che abbiamo dietro di noi nella storia non è tanto meglio del presente. Dobbiamo continuare nel tentativo di capire, questa è la missione dell'uomo.
saluti