appello per fermare il decreto gelmini
io l'ho fatto, scrivete al Presidente della repubblica qui questo testo
Esimio Presidente della Repubblica, come docente/genitore e soprattutto cittadino italiano le chiedo di fermare lo smantellamento della scuola pubblica ad opera del Decreto Legge 137. In fede
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stanno arrivando centinaia di mail
ho raccolto l'appello di un'amica insegnante e ve lo rigiro
12 commenti:
Anche se non faccio parte del mondo della scuola non sono d'accordo con il decreto Gelmini.
Sono per le riforme ma bisogna farle solo se è necessario e questa riforma credo proprio che non è necessaria affatto.
Aderisco, come genitore di un ex studente ( che ha frequentato scuole materne comunali a tempo pieno, eccellenti, elementari a tempo pieno sperimentali, grandiose, ottime scuole medie, a tempo pieno, per sua scelta), e come cittadino italiano.
grazie
e non ci crederete ho aderito anche se ho mandato i figli in una scuola cattolica, ma questo per esigenze mie...
ciao
ho dato notizia ad una mia amica prof ... ha detto che farà tam tam per questa iniziativa
Fatto :-)
Fatto.
Ti pare che potevo non aderire?
infatti avevo piena fiducia in voi!!!
sono ancora acciaccata mica so se ce la farò per domani...sigh
zefi,
grazie.
non sapevo di questo appello.
vadoooo a inviare!
bacioni
oh giovanna guarda che sbadata proprio a te ho dimenticato di dirlo!!!!
Non rammento una riforma scolastica che non sia stata contestata...
Chiunque ci abbia provato è stato sconfitto dai soliti compromessi politici all'italiana.
Dal 68 (bel disastro) in poi di contestazione in contestazione siamo arrivati alla scuola di oggi.
Quindi Gelmini...
non dar retta a nessuno e...
avanti così!!!
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Scusatemi per la prolissità dell'intervento ma ritengo doveroso chiarire alcuni punti. altre spiegazioni potrete trovarle qui
http://www.skipblog.it/2008/10/11/ecco-svelato-un-mistero-piu-doloroso-che-glorioso/
Per la prima volta nella storia della Scuola italiana viene introdotta una riorganizzazione della scuola non elaborata da una Commissione di pedagogisti e di esperti e priva di un Progetto Educativo,di una definizione di programmi e modalità di attuazione del tempo scuola, cose fondamentali, determinanti e per nulla spiegate. Si parla solo di razionalizzazione di risorse e contenimento di spese per smantellare la scuola pubblica. Una riorganizzazione che devia l’attenzione dell’opinione pubblica su falsi problemi, o meglio su soluzioni già più o meno condivise anche nel mondo della scuola (voto in condotta, valutazione col voto,educazione civica, grembiule, libri di testo). Molti non sanno che per la scuola dell’Infanzia si prevede un orario settimanale di lezione che si esaurirà al mattino, che per i licei ci sarà il taglio di un intero anno,che l’obbligo scolastico sarà abbassato a 14 anni . Ci sono altri modi per migliorare la scuola ridefinendo le competenze e conseguenti responsabilità di ciascuno, introducendo formazione a tappeto,turnazione di incarichi, intervenendo in settori ( scuole superiori ) che rivelano carenze che NON sono quelli della scuola primaria. I tagli del tempo scuola con l’introduzione di un maestro unico non sono un criterio valido perché vanno a discapito delle ragioni pedagogiche della scuola, penalizzano l’istruzione pubblica dei nostri ragazzi in una società sempre più competitiva con realtà europee migliori che investono maggiormente nella formazione delle nuove generazioni. La scuola primaria è il primo segmento dell’istruzione, quello che dà le basi dell’apprendimento, il più complesso e dispendioso…vero ma anche il più funzionante visto che è al 6° posto in Europa. E’ ora di recuperare la nostra visibilità che credevamo di guadagnarci col lavoro quotidiano e serio perchè non siamo tutti fannulloni , come ci hanno dipinto i media per creare consensi nell’opinione pubblica. In questa protesta scendono in campo per la prima volta compatti anche tutti coloro che hanno svolto incarichi di coordinamento interno (Funzioni Strumentali), di supporto alla didattica e ai docenti, di collaborazione con il Dirigente, che hanno preso la distanza dagli assenteisti e nullafacenti,che sono sempre stati fiduciosi nei cambiamenti, anche se non totalmente condivisi, perché credono nel loro ruolo sociale ed istituzionale con quella sorta di giuramento d’Ippocrate, che nessuno ha mai sancito ufficialmente, ma che di fatto esiste più di quanto si pensi e fa la differenza e la qualità della scuola. Non si sciopera per rivendicazioni salariali ma per le vere ragioni della scuola pubblica al di là di ogni schieramento e colore politico e di ogni avvicendamento storico, perché la scuola è e deve restare super partes, in quanto fa riferimento a valori , funzioni e responsabilità che coinvolgono tutti e non passano di moda.
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