una stanza dopo l'altra
un amico mi aveva parlato di come pensando alla sua vita gli è sembrato di averla attraversata aprendo e chiudendo porte, così quasi senza accorgersene, questo paragone è rimasto lì a galleggiare nella mia testa come quando una parola detta l'hai sentita ma non recepita, ripensandoci il paragone mi piace: una stanza dopo l'altra non è male come racconto di una vita, e allora mi sono trovata ad aprire le porte che io ho attraversato, ho sbirciato dentro le stanze e ci ho visto una bambina sempre allegra, ho visto le teste chine sue e dei suoi fratelli intenti a giocare a monopoli o ai lego, ci ho visto un'adolescente un po' impacciata entrare in una classe tutta maschile e la stessa adolescente mesi dopo perfettamente integrata nella squadra di pallavolo della classe, aprendo un'altra stanza ho visto una una giovane mamma che continuava a guardare stupita la sua bambina perchè non riusciva a capacitarsi che fosse proprio sua, ho visto una sera a cena un giovane uomo conquistare il cuore di quella ragazza, ho visto un neonato paffuttello voltarsi a guardare suo padre appena nato ed è stato amore a prima vista, ne ho visto un altro che somigliava tutto alla sua mamma, finalmente.
Ho riaperto quella stanza fredda nel sottosuolo del policlinico una donna sola e il suo uomo sotto un lenzuolo, e il freddo ghiacciava il cuore, la sensazione acuta che niente sarebbe stato più lo stesso. Una stanza dopo l'altra ecco un'altra giovane mamma con in braccio un neonato, il figlio di sua figlia, la sensazione che la vita avesse finalmente restituito qualcosa, ho aperto quella stanza che dà sul mare, un mare di isola dove c'è un altro uomo, un novello Ulisse che ha trovato pace per un po' dalla sua Calipso o Circe, non è dato saperlo.
Apro stanze piene di amiche sorridenti che mi abbracciano, sfoglio fotografie istantanee di ricordi mai svaniti, entro in ogni stanza con passo leggero: in ognuna ho lasciato un po' di me ma non sto andando in pezzi, i ricordi mi tengono insieme.
Ora non sono nè particolarmente triste nè particolarmente felice, sono in una bolla di sapone che galleggia nell'aria, tutto mi arriva un po' ovattato, il mio sistema di autodifesa per non crollare, so che prima o poi la bolla si romperà
ci penserò domani
domani è un altro giorno
e francamente me ne infischio
13 commenti:
Piú giú, in fondo alla Tuscolana...!?...passavo per un saluto!
Mi sembra che, tutto sommato, hai aperto porte che ti hanno portato in stanze dove la vita ti ha riservato più gioie che dolori.
E siccome la felicità assoluta non è di questo mondo, arrivare alla serenità del passo leggero è già un bel risultato.
Un abbraccio forte...
Che post meraviglioso!
Ti auguro di aprire ancora un numero imprecisato di stanze dove lasciare, o magari ritrovare, un altro po' di te stessa.
Lucia
Concordo, bellissimo post. anche se la sensazione della bolla che prima o poi si romperà mi mette un'ansia micidiale...
anche questo blog è una stanza, la nostra interezza dipende molto dalla memoria: tu come me non hai timore di passare per quelle stanze buie e fredde, sei consapevole di quanto può essere vario l'interno di una cattedrale, la nostra vita.
senti pure tu fissata con gli ulissi eh? :))) ciao buona domenica
Questi post in cui si parla un po' di sè sono i mei preferiti.
Io poi sono un nostalgico incallito. Con me "sfondi una porta aperta" :-)
attraversiamo molte stanze, e restiamo sempre stupiti di non avere la chiave per riaprire quelle che si sono chiuse alle nostre spalle... ma la chiave c'è, e si chiama memoria.
testo davvero molto intenso e in grado di dare emozione
buona domenica
Cercando qualcosa su Remo Remotti ho trovato il tuo blog ed ho pensato di salutarti, non sono romano ma amo Roma, Belli e Remo Remotti.
Di quella Roma penso non rimane più niente, quella di Pasolini,la Magnani...i vespasiani..
Ciao e un bacione a Roma e a te!
Hikmet
Mi hai emozionato, è raro che qualcuno si sveli così in un blog . Attraverso le porte la tua vita tra stanze innondate di sole e quelle buie. La vita come una bolla di sapone... che poi come diceva Scarlett o Rossella " Domani è un altro Giorno" e Red Burthlet Francamente me ne infischio... tanto di porte se ne apriranno ancora tante... e vai che è così che si galleggia... ops si vive.
Un bacione
Clelia
Bellissima l'immagine della bolla di sapone ... ci sono volte che mi sento anche io così
Bellissimo questo post, si sente tanta verità.
Penso che tutti possiamo immaginarci la vita come un aprirsi e chiudersi di tante porte, il brutto è quando ci si sente sempre nella stessa stanza, secondo me.
cara franca diciamo che sono in pareggio anche se a volte mi sembra di dover essere risarcita dalla vita, e laura lo so che detto a te può sembrare indelicato: io non ho mai avuto paura del buio, perchè ho occhi da gatto e riesco a muovermici benissimo, e per usare una metafora forse anche per questo riesco a entrare in stanze buie e a percepire piano piano le forme che la animano, eh sì anche io ho avuto a che fare con ulissi e zingari, proprio perchè sono così radicata mi piacerebbe viaggiare con loro,
riccardo ormai ho la memoria degli anziani, vivida per ricordi lontani e sbiadita per le ore attuali
la nostalgia è un abbraccio mancato disse una volta qualcuno
clelia hai ragione a volte mi sembra proprio di galleggiare
valentina ma non è detto che quando la bolla si rompe sia un disastro
dovete sapere poi che io ho l'idiosincrasia delle porte chiuse, non le sopporto, non chiudo mai nessuna porta, tantomeno a chiave
significherà pur qualcosa
... domani e' sempre un altro giorno... e una nuovissima possibilita' di vita...
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