sabato, maggio 03, 2008

sabato pomeriggio

certi giorni vanno così che non ti va di uscire, non ti va di vedere nessuno: la mattina io e Lorenzo abbiamo portato Lucky a spasso e poi i genitori se lo sono ripreso e il mio compito di nonnasitter è terminato, e così mi sono goduta la casa silenziosa, i ragazzi fuori io sola soletta e allora mi sono dedicata ai due dei miei hobby preferiti: prima mi sono vista
into the wild, che avevo perso al cinema, inutile dirvi che è un film bellissimo, emozionante e commovente, elogio della fuga in quanto ricerca di sè stessi e di un equilibrio interno, elogio anche della solitudine come valore, solo Christopher ci si era sempre sentito ora invece si sentiva libero.
E poi mi sono letta questo libro:


su un topo che si ciba di libri all'inizio per non morire di fame e poi inizia anche a leggerli per continuare a sognare e reinventarsi ogni giorno la sua vita.
Come accade a molti piaceri illeciti, inizialmente innocui, masticare la carta divenne ben presto un'abitudine, a suo modo impellente, e poco dopo una forma di dipendenza, una fame insaziabile
.... Presumo che voi consideriate il mio, semplicemente, un volgare caso di dipendenza o forse una miserevole manifestazione di un classico disturbo mentale ossessivo-compulsivo. Potreste aver ragione. Tuttavia il concetto di dipendenza non è adeguato, nè abbastanza profondo, per descrivere questo tipo di fame, che io chiamerei piuttosto amore.
I topi mi fanno schifo ma questo non può che piacermi abbiamo in comune lo stesso amore per libri e cinema.

5 commenti:

Franca ha detto...

Quella dai libri è l'unica dipendenza che mi piace...

vinci ha detto...

leggiti, se non l'hai già letto: una solitudine troppo rumorosa, di Hrabal

zefirina ha detto...

ho cercato tra i miei libri e non ce l'ho eppure leggendo la trama su internet ho come l'impressione di averlo letto, mi rinfrescherò la memoria, grazie del suggerimento: il titolo già suona bene, mi torna familiare e la storia non deve esere da meno;
franca come sempre concordo con te

Alberto ha detto...

Avevo già parlato di INTO THE WILD, perché era difficile rendere cinematograficamente questa storia vera, ma Sean Penn ha avulo l'occhio lungo e ha creato un piccolo capolavoro di semplicità.


Un abbraccio cinefilo :-)

Anonimo ha detto...

Questo libro mi stuzzica molto l'appetito... bibliofilo.
Anche a me è venuto in mente il bellissimo "Una solitudine troppo rumorosa" di Hrabal, ma penso che sia più serioso di questo topolino.
Un saluto!