lunedì, dicembre 03, 2007

ingrid betancourt

la sua vicenda è nota, se volete firmare un appello in suo favore o saperne di più potete farlo su questo sito ,


non ho mai scritto di lei anche se la sua vicenda mi ha colpito, ma ieri leggendo la lettera che le autorità colombiane hanno diffuso contro la volontà della famiglia mi hanno colpito certe sue frasi:

Non ho voglia di niente: Credo sia la cosa migliore che possa capitare, non aver voglia di niente, perchè qui in questa giungla, l'unica risposta a qualunque richiesta è "no". Dunque, è meglio non avere voglia di nulla ed essere almeno libera dai desideri. Sono ormai 3 anni che chiedo un dizionario enciclopedico per poter leggere qualcosa, per imparare qualcosa, per mantenere vita la curiosità intellettuale. Continuo a sperare che, almeno per compassione, me ne procurino uno, ma è meglio non pensarci.

....come ti dicevo, la vita qui non è vita, è un lugubre spreco di tempo.... Qui nulla è certo, nulla è duraturo, l'incertezza e la precarietà sono la sola costante.

Qui tutto ha due volti, la gioia segue ogni volta il dolore. La gioia è triste. L'amore cura e allo stesso tempo apre nuove ferite, è come vivere e morire di nuovo ogni volta.

parla poi dei suoi figli e di quanto li ami, di quanto sia fiera di loro e del suo paese

Non potrei credere che un giorno riuscirò ad abbandonare questo luogo se non conoscessi la storia della Francia e quello del suo popolo....Amo la francia di tutto cuore, giacchè ammiro la capacità di mobilitarsi di un popolo che , come diceva Camus, sa che vivere significa impegnarsi.

sono parole commoventi ma al tempo stesso terribili per chi le legge, specie per chi le legge al sicuro, al sicuro nella sua casa, per chi può abbracciare i suoi figli, per chi può ancora desiderare e credere che quei desideri verrano esauditi, per chi può sperare che la sua vita non sia un inutile spreco di tempo, per chi sa che vivere significa impegnarsi.

11 commenti:

digito ergo sum ha detto...

Sono parole condivisibili, invece, per chi come me non ha una casa, non può abbracciare i suoi figli e non sa più quale desiderio non vedere esaudito. Ma anche per me, così lontano da ogni diritto, vivere significa impegnarsi.

daniela ha detto...

Non conoscevo la sua vicenda. Grazie per averci informati, anche se simili ingiustizie non sono piacevoli da leggere.. Quanta dignità nel suo sguardo.

Mamma Simona ha detto...

Queste parole fanno male davvero. Non riesco a immaginare una condizione più terribile di questa...

Alberto ha detto...

Ho letto tutto il testo della lettera. Questa donna deve avere una forza interiore immane per resistere a una condizione di prigionia così dura e così prolungata (sei anni ormai). Si dovrebbe mobilitare l'Europa intera.

Giovanna Alborino ha detto...

non conoscevo questa storia...altro che triste, ma piu' triste non e' il fatto di desiderare qualcosa di materiale e poi negato ma stare lontana dai propri figli...
io impazzirei...
un caro saluto
gio

zefirina ha detto...

ma germano tu almeno una casa ce l'hai, un amico ce l'hai (accidenti mi è venuta in mente la canzone di battisti, deve essere una pervesione!!!)(e buon per te che non ti ho citato il liga), a parte gli scherzi ho pensato a come mi sarei sentita io, mi sono detta che avrei cercato di tenermi in forma, avrei dato fondo alla mia capacità di sognare ad occhi aperti, ma poi mi sono detta che sarei invece sicuramente andata fuori di testa, sei anni ti rendi conto, sei anni,
@daniela c'era un articolo che parlava della sua bellezza, di quanto la bellezza possa vincere la ferocia, ovviamente Francesco Merlo non si riferiva a quella bellezza finta che si vede nelle riviste patinate, ma a quella bellezza che viene da dentro, dall'anima, "In quelle mani che si intrecciano c´è la fragilità di milioni di donne maltrattate E, ancora, in quelle mani di porcellana che s´intrecciano ci sono la compostezza e la fragilità di milioni di donne maltrattate: quelle mani sono le mani di tutte le donne del mondo, le mani della carezze contro le mani-grilletto dei guerriglieri; le mani delle mamme, le mani che salutano, le mani della musica, le mani dell´arpa e quelle del ricamo contro le mani-protesi della lotta armata; le mani nelle mani contro il pugno chiuso dei compagni del Farc."

Associazione ImperiaParla! ha detto...

OT Ehm...ci sarebbe un meme per te.
Buona giornata.

zefirina ha detto...

@ed provvedo al più presto

pOpale ha detto...

Avevo scoperto della sua storia solo qualche giorno fa durante un telegiornale. L'immagine che hai inserito nel post è la stessa che avevano fatto vedere e continua a coplirmi. Sei anni sono davvero molti non capisco davvero perchè se ne parli così poco.

Gianfranco ha detto...

"vivere significa impegnarsi"
Oggi si adotta (e non è vero) un bambino a distanza con 50 euro al mese.
E come d'incanto ci sentiamo la coscienza a posto. Possiamo guardare scene di ogni genere in tv o leggere delle miserie del mondo affermando con orgoglio il nostro impegno.
Stesso discorso per le centinaia di firme che mettiamo su ogni documento che ci mettono davanti...

Conoscevo la sua storia e questa è una di quelle firme che val la pena mettere...

Ciao, G.

zefirina ha detto...

la coscienza mi rimorde
spesso
ma non demordo
mai