mercoledì, giugno 13, 2007

un filo sottile





Il filo di tutto quello che le tiene collegate anche quando sono lontane. Anche quando non si vedono e non si parlano.
Perché dici il filo?
Perché è una cosa molto sottile e molto resistente, no? Che puoi anche non vedere, ed è estensibile quasi senza limiti attraverso la distanza e il tempo e l’affollamento delle altre persone che occupano lo spazio e lo attraversano in ogni direzione.
Lui pensa a quello che succede ogni volta che decidono di non sentirsi più e il filo che li collega sembra sul punto di spezzarsi: al senso di vuoto che gli cresce attorno e gli preme sui timpani e gli risucchia l’aria dai polmoni e gli impedisce di star fermo in un punto.
Però non è affatto scontato che ci sia il filo.
Magari due pensano di essere molto legati, poi appena provano ad allontanarsi, scoprono che in realtà stanno benissimo ognuno per conto suo.
E allora perché pensavano di essere legati?
Perché erano tenuti insieme da una colla di pura abitudine e oggetti e luoghi condivisi e gesti stratificati. E’ una colla così forte da sembrare una saldatura permanente, ma appena uno dei due prova a staccarsi non c’è nessun filo che lo segue.
Che triste.
Si. La maggior parte dei legami sono di questo genere, come fai a sapere invece che il filo c’è? Quando provi a romperlo, ti trovi in caduta libera attraverso il senso delle cose.
E di che cosa è fatto questo filo?
Di uno scambio continuo di domande e risposte. Sguardi anche solo immaginati. Assonanza e intuizioni e sorprese, curiosità reciproca che non si esaurisce. E similitudini, no? E differenze.

da Pura vita (Andrea De Carlo)

6 commenti:

artemisia ha detto...

Ah, Zefirina!!!!!!!!!!
Grazie

lophelia ha detto...

Il filo che c'è davvero, quello che non c'entra con l'abitudine, anche se lo rompi non si rompe mai. Anche se non ti vedi mai più.

zefirina ha detto...

magari si allenta, magari tu pensi si sia spezzato, poi ti rendi conto che non è così

Gianfranco ha detto...

Io sono tra quelli che pensa che la maggior parte dei rapporti esistenti oggi è da "divisi in casa".
Quando nn è così la penso come Lophelia.

G.

zefirina ha detto...

io non pensavo a una convivenza, pensavo ad una relazione amorosa....
non ho più, da tempo, lo stato d'animo o la predisposizione per una convivenza, mi peserebbe, sono così abituata a gestirmi la mia vita da sola

Anonimo ha detto...

è la storia della mia vita
grande Zefi tu sei