mercoledì, maggio 23, 2007

farmaci miracolosi

fresca fresca sentita ora:
telefonata di amica/collega: ma sei raffreddata?
io: si e da ieri che mi gocciola il naso
amica rivolta alla collega di stanza: come si chiama il farmaco miracoloso che hai preso tu ieri??? co....co....????
voce della collega che arriva da lontano: cocaina!

p.s. per la serie pubblicità occulta il farmaco in questione era il co efferalgan

12 commenti:

Alberto ha detto...

PRIMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO...
:-D

eheheheeheeh... Mi piace troppo 'sta cosa.

Ti cito Sgarbi che sul tema è stato insuperabile nella sua megalomania (che però gli invidio - ndr): "Quando incontro la cocaina è lei che si eccita!".
:-D

Un abbraccio etciù! :-)

zefirina ha detto...

etciuuuuu anche a te
caro albi

zefirina ha detto...

a me ha fatto venire in mente un vecchio sketch di angela finocchiaro alla tv delle ragazze dove lei era intervista perchè donna, manager, mamma superimpegnata e mogliettina amorosa... praticamente una wonderwoman che si alzava alle sei di mattina e andava a letto a mezzanotte, alla domanda dell'intervistatrice: ma scusi come fa a far tutto questo??? lei rispondeva angelica e un po' stupita: sniffo!!!!

Alberto ha detto...

eheheheheheheheeh... :-D

Un abbraccio buonappetito :-)

Kirish ha detto...

Ahah
bella scena!

Angie ha detto...

Ma perchè fà bene al raffreddore'...Mò m'enformo... ;.D

Anonimo ha detto...

Ma per il raffreddore non ci voleva l'eroina? Temo che mi abbiano raccontato un mucchio di balle...
:-)

Angie ha detto...

Ti linkeremo anche noi..thanks a lot! kisses

Alberto ha detto...

RICORDO, grazie a Stefania, che il...

23 maggio 1992 Ore 17,59…
Sono le 17,48 quando su una pista dell’aeroporto di Punta Raisi atterra un jet del Sisde, un aereo dei servizi segreti partito dall’aeroporto romano di Ciampino alle ore 16,40. Sopra c’è Giovanni Falcone con sua moglie Francesca. E sulla pista ci sono tre auto che lo aspettano. Una Croma marrone, una Croma bianca, una Croma azzurra. E’ la sua scorta.
Tutto è a posto, non c’è bisogno di sirene, alle 17,50 il corteo blindato che trasporta il direttore generale degli Affari penali del ministero di Grazia e giustizia è sull’autostrada che va verso Palermo.
Tutto sembra tranquillo, ma così non è. Qualcuno sa che Falcone è appena sbarcato in Sicilia, qualcuno lo segue, qualcuno sa che dopo otto minuti la sua Croma passerà sopra quel pezzo di autostrada vicino alle cementerie.
La Croma marrone è davanti. Guida Vito Schifani, accanto c’è Antonio Montinaro, dietro Rocco Di Cillo. E corre, la Croma marrone corre seguita da altre due Croma, quella bianca e quella azzurra. Sulla prima c’è il giudice che guida, accanto c’è Francesca Morvillo, sua moglie, anche lei magistrato. Dietro l’autista giudiziario, Giuseppe Costanza, dal 1984 con Falcone, che era solito guidare soltanto quando viaggiava insieme alla moglie. E altri tre sulla Croma azzurra, Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. Un minuto, due minuti, la campagna siciliana, l’autostrada, l’aeroporto che si allontana, quattro minuti, cinque minuti.
Ore 17,59, autostrada Trapani-Palermo. Investita dall’esplosione la Croma marrone non c’è più. La Croma bianca è seriamente danneggiata, si salverà Giuseppe Costanza che sedeva sui sedili posteriori. La terza, quella azzurra, è un ammasso di ferri vecchi, ma dentro i tre agenti sono vivi, feriti ma vivi. Feriti come altri venti uomini e donne che erano dentro le auto che passavano in quel momento fra lo svincolo di Capaci e Isola delle Femmine.
Fu Buscetta a dirglielo: “L’avverto, signor giudice. Dopo quest’interrogatorio lei diventerà forse una celebrità, ma la sua vita sarà segnata. Cercheranno di distruggerla fisicamente e professionalmente. Non dimentichi che il conto con Cosa Nostra non si chiuderà mai. E’ sempre del parere di interrogarmi?”.
Giovanni Falcone, “Cose di Cosa Nostra” (Rizzoli, 1991): “Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande”.

Un abbraccio nondimenticare :-)

Gianfranco ha detto...

Io nuoto da sempre.
Una volta mi ritrovai in corsia un amico, abbastanza più giovane di me, che nn riusciva a starmi dietro.
Ci ritrovammo nelle docce e lui mi disse che forse si "drogava" troppo...
Alchè io gli risposi "o forse...troppo poco"

^__^

zefirina ha detto...

@ahahaha gf troppo forte

@paolino odio gli aghi (che poi ancora non capisco come ho fatto a farmi tatuare odiando gli aghi, quando si dice femmina si dice contraddizione)

lasposina ha detto...

aò, qualcuno sa dei rimedi allucinogeni per calmare il raffreddore da fieno e gli occhi gonfi da allergia?? che magari ad Amsterdam me li procuro più facilmente...!