che allegria vivere
e sentirsi vissuto.
Arrendersi
alla grande certezza, oscuramente,
che un altro essere, fuori di me, molto lontano
mi sta vivendo.
Che quando gli specchi, le spie,
mercurio, anime brevi, confermano
che sono qui, io, immobile,
serrati gli occhi e le labbra,
chiuso all'amore
della luce, del fiore e dei nomi,
la verità transvisibile è che cammino
senza i miei passi, con altri,
là lontano, e lì
sto baciando fiori, luci, parlo.
Che esiste un altro essere con cui io guardo il mondo
perchè sta amandomi con i suoi occhi.
Che esiste un'altra voce con cui io dico cose
non sospettate dal mio gran silenzio;
ed è che anche mi ama con la sua voce.
La via - che slancio ora! -, ignoranza
degli atti miei, che lei compie,
in cui lei vive, duplice, sua e mia.
E quando lei mi parlerà
di un cielo scuro, di un paesaggio bianco,
ricorderò
stelle che non ho visto, che lei guardava,
e neve che nevicava nel suo cielo.
Con la strana delizia di ricordare
di aver toccato ciò che non toccai
se non con quelle maniche non raggiungo con le mie, tanto distanti.
da La voce a te dovuta, Pedro Salinas
7 commenti:
Bellissima :-)
Ma come fai a trovare questi versi fascinosi?
Un caro saluto,
aldo.
Non ti sfugge il bello da attenta lettrice quale sei...
Ha ragione Aldo. Versi che affascinano sul serio. E credevo che Salinas non potesse più stupirmi...
viva la vita!
buona giornata Zeffirina
ciao
Lo dico anch'io: parole che affascinano, una poesia con un ritmo pieno di armonia.
leggo poesie da quanfo ero adolescente e me le segno, quelle chen più mi piacciono su un quaderno ed ecco qui
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