domenica, dicembre 11, 2011

storie

la girerei al maschile, in effetti mi ha ricordato qualcuno...qualcuno che dovrebbe proprio leggere questo passo chissà che non gli insegni qualcosa.....




GILLES: Mi sa di sì, invece. mi sa che preferisci le storie che si riescono a gestire: forse non sopporti l'abbandono.
LISA: l'abbandono?
GILLES: Sì che le cose ti sfuggano di mano. Che le situazioni siano troppo forti. Che i sentimenti siano troppo grandi per te. Se si vuole essere sicuri di tutto, bisogna accontentarsi di storie corte. Di legami delimitati chiaramente, riconoscibili, con un inizio, un mezzo, una fine e un percorso segnato da tappe ben precise: il primo sorriso, il primo scoppio di risa, la prima notte, il primo litigio, la prima riconciliazione, la prima seccatura, il primo malinteso, le prime vacanze andate a male, la prima separazione, la seconda, la terza e poi la separazione vera. Dopo si ricomincia. Uguale, ma con qualcun altro. Viene definita una vita piena di avventure, ma in realtà più che avventurosa è una vita in serie. Non è sensato amare sempre, amare a lungo, è follia pura. La cosa più ragionevole è amare finchè è gradevole. Si chiama razionalismo amoroso: amare finchè durano le nostre illusioni; appena crollano, lasciarsi. E appena abbiamo a che fare con persone reali, non più con immagini della fantasia, separarsi.
LISA: no questo no
GILLES: E' contro natura amare per sempre, amare a lungo.
LISA: Non è vero.
GILLES: Per fare in modo che duri bisogna accettare l'incertezza, bisogna avventurarsi in acque pericolose, avventurarsi là dove si procede solo con la fiducia, riposarsi galleggiando su onde contraddittorie, certe volte di dubbio, certe volte di fatica, certe volte di serenità, ma mantenendo sempre la rotta.
LISA: Tu non ti scoraggi mai?
GILLES: altrochè
LISA: E allora?
GILLES: Ti guardo e mi chiedo se malgrado i miei dubbi, i miei sospetti, le mie inquietudini e la mia stanchezza ho davvero voglia di perderti. E la risposta mi viene sempre. Sempre la stessa. E insieme a lei mi viene il coraggio. Amare è irrazionale, è una fantasia che non appartiene alla nostra epoca, non si giustifica, non è pratico, la sua unica giustificazione è che c'è.

da Piccoli crimini coniugali di Eric-Emmanuel Schmitt

7 commenti:

Isabel ha detto...

che foto stupenda!

il monticiano ha detto...

Capisco che non è opportuno sapere il perché la gireresti al maschile ma, per me, al femminile sarebbe troppo difficile da sopportare.

Gianna ha detto...

La monotonia uccide l'amore.

Adriano Maini ha detto...

Mi sa che non condivido proprio niente di quello che dice Gilles. L'umanità ci ha messo millenni per arrivare ad un livello di civiltà tale per cui a livello - relativo - di massa l'amore sia quella magia cantata dai poeti!

Baol ha detto...

Le storie, quelle in genere, è così bello viverle, è così bello inventarle, è così bello raccontarle e farsele raccontare

zefirina ha detto...

@baol è vero quello che dici ed è per questo che io rischio sempre comunque vadano a finire

@adriano secondo me Gilles è critico nei confronti di quelle persone che al primo inciampo si arrendono e invece di impegnarsi a costruire o ricostruire un rapporto, scappano a gambe levate, passando da un amore ad un altro, da una storia ad un'altra perchè incapaci di gestire una relazione seria e duratura, sempre alla ricerca di qualcosa di "meglio", salvo poi pentirsi di quello che hanno lasciato indietro

@gianna bisogna reiventarsi di giorno in giorno, non smettere di sorprendere e di sorprenderci, se siamo scontati diventiamo come dici tu monotoni e noiosi

@aldo nel senso che mi sentirei di dire le parole di gilles a un tipo che è transitato nella mia vita

Alberto ha detto...

E che comunque questi discorsi forse chiariscono certi comportamenti ma a poco o niente servono per farci cambiare.