giovedì, maggio 13, 2010

le rughe raccontate

ho rubato questo brano a cinzia una blogger che leggo da tempo e con la quale mi trovo in sintonia armonica, la foto che le ha fatto laura, una fotografa veramente attenta all'universo femminile che rappresenta con un occhio particolarmente sensibile, per inciso sono amiche, per inciso le ho conosciute di persona personalmente ambedue, e che accompagna il suo scritto la potete trovare sul suo blog qui , da brava ladra riporterò il suo brano mettendoci la mia di faccia, sì perchè lo trovo così familiare, così veritiero: quei giorni in provenza, quella settimana in grecia, quelle nascite, quel lutto, quelle risate fanno parte anche della mia storia.

Il brano è stato riportato anche in questo libro e nel sito omonimo alla sezione metterci la faccia, vi consiglio di andare a curiosare sia che siate donne che uomini è molto interessante perchè dà uno spaccato di come venga presentato il corpo delle donne nei media.




C’è una ruga che parte dalla mia tempia e termina sotto l’occhio destro. Esita, vacillando lievemente, incerta su dove vuole arrivare. È la strada che percorremmo un giorno in Provenza, quando si era fatto tardi ed avevamo fame e voglia di fare l’amore e non si trovava un albergo, e questa strada continuava tra i campi di lavanda e io sudavo e tu non ti perdevi d’animo, e infine arrivammo.

Poi c’è una ruga, piccola ma profonda, tra le sopracciglia. Breve come la telefonata che veniva da lontano a farmi piangere, come la notte passata ad aspettare notizie, come un’inutile preghiera.

Ci sono due rughe sottili agli angoli della mia bocca. Quelle sono le risate convulse tra i banchi di scuola, all’ultima ora del venerdì, o ai funerali, quando non si dovrebbe ridere ma non si riesce a smettere, o nella penombra di un cinema, o le risate per i comici di piazza nelle sere morbide d’estate quando avevamo un po’ bevuto.

Il ventaglio di segni intorno ai miei occhi, invece, sono giornate di sole accecante sul mare, gite in barca tra le isole greche col salmastro che brucia la pelle e vino bianco nei calici verdi e parole leggere come il vento. E svolte improvvise, pianti immotivati, litigi, letture notturne fino alle ore piccole senza poter posare il libro, sorprese, delusioni, innamoramenti.

Le rughe sulla mia fronte sono come le onde del mare, come l’orizzonte di colline del mio paese, come i capelli di mia figlia quando si scioglie le trecce.
Sono la mia storia e la nostra, si intrecciano ad altre rughe nella rete infinita di attese e ricordi che mi rende ciò che sono.

Cinzia Marini

12 commenti:

Anonimo ha detto...

cara Zefirina, grazie per contribure a divulgare le bellissime parole di Cinzia e con esse l'idea che c'è dietro il progetto e il blog Un'Altra Donna - quella di dare valore all'unicità dell'esperienza individuale.
Bella la tua foto!
Laura

Michele ha detto...

bello il parallelismo ruga e vissuto
ciao Michele pianetatempolibero

il monticiano ha detto...

Dovrei fare una serie di sedute da qualche psicanalista per farmi spiegare perchè a me son SEMPRE piaciute le donne con le "zampe di gallina" accanto gli occhi - indice di carattere allegro - e le rughe sulla fronte - indice di carattere intelligentemente pensieroso. Ho calcato la mano su "sempre" poiché così la pensavo da giovane e non da quando "non ho più l'età".

artemisia ha detto...

Ti ringrazio per lo spazio che ci dai. La tua faccia invece della mia non fa differenza, anzi sottolinea il messaggio: potrebbe esserci la faccia di ognuna di noi, e sarebbe unica, e racconterebbe una storia unica.
Ognuna di noi ha i propri segni, sul viso e nel cuore. Non cancelliamoli.

zefirina ha detto...

laura e cinzia l'idea che portate avanti mi piace molto e trovo che publicizzarla per affinare le altrui sensibilità mi sembra il minimo, la foto l'ha fatto Andrea, mio figlio piccolo, l'artista di casa,

@michele sì davvero bello

@aldo per mia fortuna ho incontrato uomini che la pensavano come te e anche se quando mi gira storto e mi guardo allo specchio non mi riconosco, non rinnego la mia faccia e le mie rughe

Alberto ha detto...

Molto bello questo testo che dà storia alle rughe. Sarebbe da giocarci tra noi, sulle nostre rughe. Ma tu non ne hai.

zefirina ha detto...

alberto guarda bene ;-)

Anonimo ha detto...

Bjour
on peut dire aussi que les rides
du lion et les pattes d oie sont le tatouage d une vie nocturne ou de souffrance!

tino de luik

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Avevo visto il video a suo tempo. Molto coinvolgente il passo che hai postato di Cinzia Marini; Purtroppo é vero i media oggi più di prima mercificano la donna e la svendono più che venderla che forse é ancora peggio. Cercano anche, a mio avviso, di far passare un concetto aberrante per il quale la donna é merce neanche più un oggetto (che come tale può essere anche apprezzato, ben trattato e curato se mi si passano queste parole...) invece cmq di considerarla una persona con emozioni, desideri, pensieri, ironia, ambizioni e che deve essere rispettata.

Unico appunto :-))): la tua faccia non ha una ruga ma anzi mostra un bellissimo sorriso quindi con il post c'entra pochino ;-)))

zefirina ha detto...

tino hai ragione :-)
@daniele sei troppo gentile, io penso che a volte noi donne, non tutte ovviamente, generalizzo un po', ci facciamo condizionare dal giudizio altrui

Baol ha detto...

Ciao Zefì

:)

Marina Salomone ha detto...

stupendo questo brano ... e che bel modo di raccontarlo!!!! Anch'io ho sempre pensato l'avanzare dell'età in modo positivo e "orgoglioso" (che forse non è il termine appropriato), ma mi credevo un'aliena... ora mi sento in ottima compagnia!!!