lunedì, novembre 17, 2008

rispondere al silenzio


Siamo un gruppo di infermieri, donne e uomini, impegnato a livello professionale e personale nell'ambito della violenza contro le donne. In prossimità della Giornata Mondiale per l'Eliminazione della Violenza contro le donne, istituita dalle Nazioni Unite il 25 novembre, vogliamo diffondere questo appello fra i colleghi e le colleghe per fare sentire la nostra voce e testimoniare la nostra volontà di impegnarci come infermieri ed infermiere, per rispondere al silenzio che ancora circonda le donne vittime di violenza.

Aderisci inviando un'email, il tuo nome e cognome e la struttura presso la quale lavori, se vuoi con un breve commento, all'indirizzo appello.infermieri@gmail.com, dandoci implicitamente il consenso a nominarti come firmatario/a dell'appello. Aiutaci a estendere il più possibile questa iniziativa, inoltrando l'email e l'appello ai tuoi colleghi infermieri e alle tue colleghe infermiere e invitandoli ad aderire.

UN APPELLO ALLE INFERMIERE E AGLI INFERMIERI RISPONDIAMO AL SILENZIO!

Le conseguenze della violenza sul piano della salute portano spesso la donna che ne è vittima a contattare le strutture sanitarie, ospedaliere e del territorio. Il più delle volte, la paura, la
preoccupazione per la propria famiglia, la rassegnazione al ruolo di vittima, la mancanza di
indipendenza e autonomia, psicologica ed economica, spingono la donna a chiudersi nel silenzio e a dissimulare con qualche scusa i segni della violenza.
In altri casi, la donna chiede esplicitamente aiuto e si rivolge alle strutture sanitarie cercando accoglienza, comprensione, cura e sostegno. Molte donne vittime di violenza, fisica o sessuale,
hanno raccontato di come spesso il personale sanitario, anche infermieristico, volutamente o inconsapevolmente, non ha saputo vedere oltre quello che il riserbo, la paura, la vergogna volevano nascondere:
non hanno saputo ascoltare oltre il silenzio e in molti casi hanno giudicato.
Al silenzio, al sussurro, alla dissimulazione della donna, si contrappone spesso una mancanza di capacità e di volontà da parte del personale sanitario di percepire il bisogno e di prendersi cura con responsabilità e professionalità.
Siamo un gruppo di infermieri e vogliamo rinnovare anche su questo problema il patto che abbiamo stretto come infermieri, uomini e donne, con le persone in stato di bisogno. Affermiamo nei confronti della donna vittima di violenza il nostro impegno a:

RISPETTARE la tua dignità, le tue insicurezze e garantirti la riservatezza;
ASCOLTARTI con attenzione e disponibilità quando hai bisogno;
STARTI VICINO quando soffri, quando hai paura, quando la medicina e la tecnica non bastano.
MIGLIORARE la nostra capacità e competenza nell’accorgerci della tua situazione, nell’accoglierti e nel prenderci cura di te

LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE CI RIGUARDA TUTTI E TUTTE: PRENDIAMO UN IMPEGNO PUBBLICO

Grazie

Gruppo infermieristico di lavoro sulla violenza contro le donnePoliclinico Tor Vergata - Roma



12 commenti:

artemisia ha detto...

Benissimo.
Era ora.

Franca ha detto...

Mi sembra un'ottima iniziativa...

Gianna ha detto...

Bravissima,zefirina!

Laura Raffaeli ha detto...

spero che non diventi una giornata come l'8 marzo... segnalo questa cosa comunque, la speranza che nessuno ci stupri più c'è sempre.

zefirina ha detto...

mio fratello è uno dei promotori, non so se è chiaro che sono chiamati a sottoscriere l'appello loro, gli operatori nel settore, io non so chi fra di noi fa questo mestiere o chi conosce persone che lo fanno, ma se fate girare la notizia magari ne esce una cosa buona, Massimo ha anche fatto uno studio sul fenomeno del primo soccorso a donne vittime di violenza e purtroppo si è reso conto che a volte nemmeno gli addetti sanno come comportarsi

Laura Raffaeli ha detto...

per me è chiaro: è diretta agli infermieri e personale ospedaliero no? per il primo pronto soccorso: è assurdo che non si sappia ancora, dopo millenni che subiamo stupri, come comportarsi in questi casi! .. a cominciare dalle forze dell'ordine, presso le quali si subisce a volte una seconda violenza se solo si denuncia lo stupro subito...
credo più in persone come tuo fratello, tu e chi come me segnalerà questa cosa, se non altro per informare che quando ti stuprano a volte ti devi curare da sola, se si è fortunate, sennò finisci nelle mani di mille altri maiali incompetenti ma che aderiscono a tante altre demenziali iniziative che servono solo a giustificare il fondo comunitario ricevuto.
uno stupro subito rimane addosso, non c'è cura: diamo almeno le prime cure per favore, che non sono solo punti di sutura, disinfezioni varie e una decina di ginecologi intorno alle nostre gambe aperte a V su un lettino gelido, ma anche sostegno psicologico e Amore e Comprensione (queste due cose mancheranno per sempre da quel momento è bene saperlo).
ma in italia la donna è ancora quella che uno stupro "se lo cerca"..

artemisia ha detto...

Volevo solo dire che qui da noi esiste un pronto soccorso stupro dove c'è una ginecologa e due infermiere che oltre a prendersi cura di te assicurano anche che vengano fatti i prelievi opportuni per assicurarsi che il maiale paghi.

Anonimo ha detto...

E' giustissimo promuovere iniziative per sensibilizzare la gente su questo fenomeno orribile degli stupri e in generale della violena sulle donne. E' uno dei crimini più abietti che esistano, ed è giusto far capire alle donne che non devono arrendersi alle violenze ma ottenere giustizia.

zefirina ha detto...

@laura so che domani per esempio c'è un corso-conferenza approntato presso il policliico di Tor Vergata, dove mio fratello lavora, proprio perchè ci si è resi conto di questa "incompentenza", penso che anche la persona più sensibile se non ha le competenze giuste o meglio se non le hanno insegnato come è meglio comportarsi, possa essere impreparata ad affrontare queste situazioni delicate, mi diceva mio fratello per esempio che fare una casistica sugli stupri è difficoltoso, perchè questi non vengono classificati come tali ma più semplicemente come violenze, e allora distinguere tra botte o stupro (per fare un esempio terra terra) non è facile, a volte anche i medici preferiscono generalizzare perchè altrimenti le procedure burocratiche sarebbero troppo lunghe....

pensa un po' tu!!!!

@arte lì nei paesi scandinavi mi sembra che su questi argomenti (o almeno lo spero) ci sia più attenzione

@gabri hai perfettamente ragione

Laura Raffaeli ha detto...

ti rendi conto in che anno siamo e da quanto tempo siamo stuprate? e da quanti anni c'è una legge che toglie il concorso di colpa anche se una donna indossa jeans stretti?? non gioisco perché si parla di questo, semmai perché c'è qualcuno che ha capito che non servono leggi o fondi per aiutare.
se trovi un cane abbandonato e maltrattato non dirmi che non sai cosa fare: perché tutti sti problemi solo con noi donne? chiediamo agli psichiatri perché tanto odio nei nostri confronti, soprattutto qui italia (uno stupro non è quasi mai uno sfogo sessuale, spesso rappresenta un dispetto o un oltraggio verso chi si odia).
mi sono iscritta al tuo blog, l'ho capito stamattina che c'era questa cosa ;) ciao laura

zefirina ha detto...

grazie laura, secondo me manco con i cani sanno come fare, figurati con le persone, meno che mai con le donne
lo so c'è di che arrabbiarsi ma se appunto diamo voce al silen zio...
l'altro giorno ho pensato a te mentre lavoravo ...ho inserito qualcosa...una norma...un ordine del giorno che rigaurdava la tua categoria...se ti interessa ti mando il materiale (forse era nella finanziaria)

*Giulia* ha detto...

Non ero a conoscenza di questa iniziativa..mi permetto di trasmetterla ad un amico infermiere
che ha un blog molto seguito dai colleghi..
Ringrazio te e tuo fratello...come infermiera..e sopratutto come Donna!