meglio tardi che mai
se volete leggervi l'iter di questo decreto e le relative discussioni cliccate qui, questo è il testo integrale dell'intervento di Cossiga.
Lo so che è passata una settimana ...ma pur lungo mi sembra "interessante" da leggere
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Si dichiara favorevole al provvedimento, criticando la mobilitazione di piazza, di cui sono protagonisti studenti e professori universitari, benché il decreto-legge non contenga alcuna norma riguardante gli atenei. Nelle manifestazioni, criticate anche da pensatori di sinistra come Umberto Eco, che hanno coinvolto studenti di estrema destra e di estrema sinistra e in cui è stata strumentalizzata anche l'inconsapevolezza di alcuni bambini delle elementari, si sono infatti distinti docenti che da giovani hanno militato nelle fila della protesta più estrema, per poi ritrovarsi, con poca coerenza, ad occupare posti privilegiati nelle Università. A chi lo critica ricordando il suo ruolo di Ministro dell'Interno all'epoca delle manifestazioni studentesche degli anni '70, ricorda l'appoggio al suo operato da parte del Partito. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP. Molte congratulazioni. Vivaci proteste dai banchi dell'opposizione). Allega il testo del suo intervento ai Resoconti della seduta. (v. Allegato B).
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà, presidente Cossiga.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Signor Presidente, signor Ministro, signori senatori, credo che tutti in quest'Aula sappiano che io non ho mai votato per il partito dell'onorevole Berlusconi. Anche alle ultime elezioni ho votato per il PD perché purtroppo il PCI non c'è più. Ho votato per il PD, ma non capisco più che cosa sia, salvo che mi rechi a New York per sentire Veltroni che fa propaganda per Obama. Per me votare questa legge è quindi già una deviazione, ma spiegherò perché la voto. (Applausi dal Gruppo PdL).
Signor Ministro, io ho letto solo fuggevolmente il testo del decreto... (Commenti dai banchi dell'opposizione).
GRAMAZIO (PdL). Stai zitto! (Richiami del Presidente).
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Ma lasciate interrompere...
PRESIDENTE. Colleghi, invito al silenzio sia la maggioranza che l'opposizione per rispetto nei confronti del presidente Cossiga.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Signor Presidente, mi scusi, ma quando ero deputato e Aldo Moro fece un nobile discorso approvando l'intervento americano in Vietnam, io feci a pugni e l'amico Pajetta mi diede un pugno in piena faccia. Quindi, torniamo ai vecchi tempi! (Applausi dal Gruppo PdL). Per esempio, un pugno dal Capogruppo del PD lo gradirei, devo dire onestamente. Pajetta era però più cattivo e non so se lei sappia fare a pugni.
PRESIDENTE. Prego, presidente Cossiga, prosegua nel suo intervento.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Sì, signor Presidente, volevo solo chiarire perché ho fatto a pugni.
Signor Ministro, ho letto fuggevolmente il testo del decreto-legge, solo per accertarmi delle ragioni della vasta protesta degli studenti universitari, non convinto dalle parole che ieri Umberto Eco ha pronunziato dando loro dei perfetti imbecilli, dicendo: «Voi non capite che state lottando per i baroni e non per voi stessi». Ma Umberto Eco è notoriamente di destra. (Ilarità dal Gruppo PdL).
Di fronte alla vasta protesta degli studenti universitari, dei ricercatori e di quelli contro i quali un tempo gli studenti protestavano, cioè i baroni universitari, ho voluto vedere se il decreto-legge contenesse qualche disposizione sull'università. L'ho letto, l'ho riletto, l'ho fatto leggere ai miei collaboratori: niente. E sono stato contento, perché questa è una forte confutazione della teoria dello zero e della teoria del nulla: si può manifestare anche contro lo zero e contro il nulla.
SOLIANI (PD). È la legge n. 133, Presidente!
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Voterò a favore della legge di conversione per tre motivi che esporrò brevemente.
Signor Presidente, siccome sono notoriamente logorroico, quando lei crede mi tolga pure la parola.
PRESIDENTE. Vorrei evitare di farlo, Presidente. Mi auguro che il suo intervento sia contenuto nei dieci minuti.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Lo faccia pure, depositerò il discorso agli atti. Tenga anche presente che non ho mai avuto la soddisfazione di essere cacciato via dall'Aula e una volta tanto sinceramente la vorrei avere.
Innanzitutto voglio ringraziare da questi banchi gli organizzatori e i partecipanti delle oceaniche manifestazioni di questi giorni: dai baroni universitari alle irresponsabili mamme dei bambini innocenti portati in piazza ad urlare slogan di cui essi non comprendevano nulla. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP). Avrei capito se avessi sentito i bambini gridare: «Merendine! Merendine!» No: «Assunzioni!». Cosa ne sa un bambino di sei anni, salvo che glielo suggeriscano, del significato di «Assunzioni, assunzioni!». «Merendine, merendine!» sarebbe stato meglio. (Ilarità e applausi dai Gruppi PdL e LNP).
Per quanto riguarda l'intervento eventuale dell'autorità di pubblica sicurezza, essendo stato io, tra le altre cose (salvo che Presidente della Camera sono stato tutto), Ministro dell'interno, è stata una vera botta di vita sentire inneggiare slogan che temevo ormai desueti, sapere che la piazza non mi ha dimenticato e che qualcuno si ricorda di me: «Cossiga boia!», «Cossiga assassino!», «Cossiga piduista!». Mi è stato chiesto se si dovesse inviare un rapporto all'autorità giudiziaria e io ho risposto di no, perché temo che ad essere condannato sia io e non questi, con l'aria che tira. (Ilarità dai banchi della maggioranza).
Devo confessare che su questo campo speravo di più dalla marcia di oltre cinque milioni di persone, senza contare i cani e i gatti al seguito (Ilarità) (cinque milioni di persone! Pensate che ormai la fila delle persone arrivava a Firenze), una marcia non su Roma, questa volta, ma in Roma e nell'oceanica adunata del Circo Massimo, che - ero ragazzo ed ero in Germania - ricordava le bellissime manifestazioni a Norimberga di Adolfo Hitler. Tutti i totalitarismi sono uguali e sempre così si comincia.
Speravo invano che i marcianti dessero fuoco a qualche macchina, come ai bei tempi, spaccassero qualche vetrina, scandissero slogan...
GIARETTA (PD). Ti sarebbe piaciuto per fare quello che volevi fare tu.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Certo, quello che ho fatto io con l'aiuto e il consenso del Partito Comunista, che in quest'Aula ha votato all'unanimità una mozione e un ordine del giorno a mio favore! (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).
VOCI DAI BANCHI DELLA MAGGIORANZA. Bravo!
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Ma erano i tempi di Berlinguer, non di Walter Veltroni! Erano i tempi di Natta, non di Franco Marini! Era il tempo del glorioso Partito Comunista! (Vivaci proteste dai banchi dell'opposizione).
VOCE DAI BANCHI DELLA MAGGIORANZA. Bravo!
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, lasciamo parlare il presidente Cossiga senza interromperlo. (Commenti dai banchi dell'opposizione).
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Quando ho fatto picchiare a sangue gli universitari che hanno cacciato via Lama, il Gruppo del Partito Comunista alla Camera, in piedi, mi ha tributato un'ovazione. Vada a leggere gli atti! Vada a leggerli!
GIARETTA (PD). Li ho letti. Noi non siamo per una polizia che picchia! (Vivaci commenti dai banchi della maggioranza).
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Il Gruppo del PCI in piedi mi ha tributato un unanime applauso. (Proteste dai banchi dell'opposizione).
VITALI (PD). Smettila!
DONAGGIO (PD). Presidente Cossiga, rispetti il Senato!
PRESIDENTE. Prego, presidente Cossiga, prosegua nel suo intervento. Colleghi, così non si va da nessuna parte. Cerchiamo di consentire al presidente Cossiga di proseguire il suo intervento.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Speravo di sentire il glorioso grido degli studenti del movimento che il servizio d'ordine del PCI e della CGIL ci hanno aiutato a picchiare di santa ragione. Quando ci fu un 5 maggio, ci mettemmo d'accordo con il servizio di vigilanza della CGIL e ci mettemmo d'accordo così: prima quelli del movimento li picchiavano loro, poi ce li davano in braccio e li picchiavamo noi. Gloriosi tempi di Lama! (Vivaci e reiterate proteste dai banchi dell'opposizione). Sì, perché io sono stato il Ministro dell'interno di tre Governi di solidarietà nazionale! (Vivaci proteste dai banchi dell'opposizione).
PERDUCA (PD). Hanno ammazzato Giorgiana Masi!
PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di consentire al presidente Cossiga di concludere il proprio intervento.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Speravo di sentire il famoso grido: «Se vedi un punto nero, spara a vista: o è un carabiniere o è un fascista». Siccome nel partito obamiano ci sono molti cattolici (cattolici adulti o cattolici democratici, ma pur sempre cattolici), naturalmente veniva espunta dalla suddetta frase la parola «prete». (Ilarità dai banchi della maggioranza).
Questo tocco di illegalità dato alla manifestazione sarebbe stato utile anche per il Paese, perché il partito veltroniano avrebbe acquistato credibilità nei confronti del "movimiento", nel suo deciso evolversi in forme proprie dall'«Autonomia Operaia» alla «Lotta Continua» e - non dimentichiamolo - al FUAN. A Milano gli studenti di estrema destra hanno manifestato con quelli di estrema sinistra. Va bene che c'è una certa captatio benevolentiae in modo che uno di loro possa essere il Presidente della Repubblica al prossimo turno, c'è la proposta di erigere un monumento dell'Olocausto a Predappio, e questo mi sembra giusto.
I baldi, coraggiosi marcianti...
VOCE DAL GRUPPO PD. Tempo!
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Appena il Presidente me lo dirà!
I baldi, coraggiosi marcianti, tra i quali è giusto citare Folloni, allievo del compianto Sbardella, detto nel mio partito «lo squalo» (Ilarità dai banchi della maggioranza); Franceschini, allievo dell'epurato dal Partito Democratico Ciriaco De Mita; Rosy Bindi, eletta da Giulio Andreotti e da Bernini per bocciare (cosa in cui si è riusciti) Tina Anselmi, colpevole...
PERDUCA (PD). Tempo!
PRESIDENTE. La Presidenza conosce la regolamentazione dei tempi. Vi sono state ampie interruzioni e ha concesso già un minuto in automatico. Credo rientrasse nelle nostre competenze. Prego, presidente Cossiga.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Ed infine il carissimo amico Franco Marini, di cui ricordo il durissimo discorso contro il segretario del partito Ciriaco De Mita e l'allora presidente del Consiglio Francesco Cossiga, che citò per la prima volta il grande discorso di Togliatti a Bergamo sulla chiesa cattolica. Marini fece un grande discorso a favore del "preambolo": «Con la sinistra, mai!»...perderò! Ho intenzione di scrivere un libretto (quando era Presidente del Senato dovevo offrirglielo) con il discorso di Zaccagnini, mio e di Franco Marini: «Con la sinistra, mai!». Ma, ahimè, Franco Marini era un così abile oratore che la sinistra DC in quel congresso perse e non vinse mai più!
Perché voto a favore? Non per la legge in sé, anche perché credo che questi non siano tempi di riforme e anche perché - che io mi ricordi - salvo il referendum tra Repubblica e monarchia non mi sembra che in Italia di riforme vere se ne siano mai fatte. Non mi sembra questo un Paese di riforme! Ma voto a favore...
PRESIDENTE. Presidente Cossiga, le resta un minuto.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Benissimo, magari un minuto e mezzo. Resto a favore di quella pericolosa pagliacciata di professori ex sessantottini, alcuni ai loro tempi anche aspiranti terroristi...
VOCE DAI BANCHI DEL PDL. Bravo!
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Ed evito di fare i nomi (Applausi dai Gruppi PdL e LNP)... che però a differenza dei terroristi veri non hanno avuto il coraggio di passare alla lotta armata perché era più comodo leccare il culo ai baroni per diventare professori universitari. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP. Commenti della senatrice Garavaglia Mariapia. Richiami del Presidente).
Gentile collega Finocchiaro, lei riesce ad immaginarsi il grande latinista, Concetto Marchesi, che ho avuto l'onore di avere come collega, rigido marxista- leninista e stalinista, discettare di Ovidio, di Catullo, di Virgilio di fronte ai bambini che ogni tanto alzano il braccio dicendo: «Voglio andare a fare la pipì»? Non mi sembra! E il normalista Alessandro Natta, che sbatté la tavoletta del banco alla Camera quando fu approvata la legge sull'abolizione del latino dicendo: «Ho capito! Anche il mio partito vuole una scuola di asini!»? Io non ce lo vedo!
Ho terminato e consegno agli atti il mio intervento scritto. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP. Molte congratulazioni).
Testo integrale della dichiarazione di voto del senatore a vita Cossiga sul disegno di legge n. 1108
Signor Presidente, signora Ministro, signori senatori, dichiaro che voterò a favore della approvazione della legge di conversione del decreto-legge cosiddetto Gelmini.
Ho letto solo fuggevolmente il testo del decreto-legge, e solo per accertarmi, di fronte alla vasta protesta degli studenti universitari, dei ricercatori e di quelli contro i quali un tempo gli studenti manifestavano, e cioè i "baroni" universitari, che il detto decreto non contenga nessuna disposizione in materia di università, e che quindi costoro protestano contro il nulla. E questo serve già a motivarmi...
Voterò a favore della legge di conversione per tre motivi che esporrò brevemente.
Ma anzitutto voglio ringraziare da questi banchi gli organizzatori ed i partecipanti delle oceaniche manifestazioni di questi giorni: dai "baroni universitari" alle irresponsabili mamme di bambini innocenti portati in piazza a urlare slogan di cui essi non comprendevano certo il contenuto. Per me è stata una "botta di vita" sentire echeggiare slogan che temevo ormai desueti, sapere che "esisto" e che qualcuno si ricorda di me: "Cossiga boia!", "Cossiga assassino!" e "Cossiga piduista!". Debbo confessare che su questo campo speravo di più dalla marcia di oltre cinque milioni di persone, senza contare i cani ed i gatti, non, per questa volta, su Roma, ma in Roma e dalla oceanica adunata del Circo Massimo degna dei raduni di Adolf Hitler a Norimberga. Speravo, invero, che i "marcianti" dessero fuoco a qualche macchina, spaccassero qualche vetrina, lanciassero qualche bottiglia molotov contro le forze dell'ordine, scandissero lo slogan: "Se vedi un punto nero, spara a vista: o è un carabiniere o è un fascista!" (omettendo giustamente l'inciso "un prete", che avrebbe però reso più pregnante lo slogan che sarebbe suonato: "Se vedi un punto nero, spara a vista: o è un prete o è un carabiniere o è un fascista!"; ma tra di loro ci sono molti cattolici, "cattolici adulti" evvero, e cioè luteraneggianti come il loro dotto maestro, il cardinale Martini, ma pur sempre cattolici: nulla di tutto questo, purtroppo!). E questo tocco di illegalità dato alla manifestazione sarebbe stato utile anche per il Paese, perché il partito veltroniano avrebbe acquistato di credibilità nei confronti del "movimento" nel suo deciso evolversi in forme proprie all'"Autonomia Operaia" o a "Lotta continua" o al FUAN, movimenti tutti fortemente presenti nell'odierno "movimento" con ex-, oggi professori d'università ed anche leader dell'occupazione e della didattica inventiva (e questo nel futuro avrebbe permesso al partito veltroniano di poter gestire a pieno la protesta anche violenta, limitandola al lancio di molotov o di cubetti di porfido, tenendola lontana non più certo dalle P38, armi ormai obsolete, ma dalle nuove P2000, o dalle più sofisticate Glock o HK o Siegsauer). I baldi e coraggiosi marcianti - tra i quali è giusto citare Folloni, allievo del compianto Sbardella della destra democristiana, dentro il comune partito che fu significativamente chiamato "lo squalo", Franceschini, allievo dell'epurato De Mita, Rosy Bindy, la eletta da Andreotti e da Bernini contro Tina Anselmi (che è apparsa con una maschera bianca che le nascondeva il volto - cosa che ha suscitato un lungo applauso dai partecipanti dettato da profonda riconoscenza, diciamo così, estetica), e infine l'amico Franco Marini, coautore del famoso "preambolo" contro ogni forma di collaborazione della DC con il Partito Comunista (come è noto io ero invece a favore, eccome) e co-vincitore di un decisivo congresso nazionale della Democrazia Cristiana, contro le sinistre del partito, cui egli, convinto anticomunista a trecesentossessanta gradi (si comprende la sua antica e indefettibile amicizia con Silvio Berlusconi che non per niente lo voleva presidente della Repubblica), diede un fondamentale contributo con un suo memorabile discorso anticomunista ("Con la sinistra, mai!"), duramente polemico contro Benigno Zaccagnini, segretario della DC, e Francesco Cossiga, Presidente del Consiglio dei ministri - tutti ex democristiani che parlano chiaro e forte perché ritengono di aver ormai, nonostante la per loro dolorosa assoluzione di Giulio Andreotti e di Calogero Mannino, per la quale hanno tutti pianto lacrime amare, ampiamente scontato la loro colpa di essere stati membri del partito della mafia e della strategia della tensione, che hanno dato un grande contributo alla manifestazione, tutti compunti ma entusiasti, alla testa di precocemente maturati bambini, urlare con loro con profonda comune consapevolezza: "Assunzioni! Assunzioni!" e poi ancora: "Merendine! Merendine!". Non dico che era necessario lanciare almeno una bomba molotov o aggredire un carabiniere, ma almeno avessero gridato, facendo coro al loro camerata Franco Monaco, l'allievo del cardinale Martini, "Andreotti e Mannino mafiosi! Viva Caselli" e perché no, "Maria Stella Gelmini al rogo!", perché, suvvia, questo potevano anche urlarlo!
Perché voto a favore? Non per la legge in sé, non credo nelle riforme in tempo di grave crisi ma credo ed approvo i tagli alla spesa pubblica, ma perché desidero, da vecchio assistente e professore universitario, che cessi comunque, con l'approvazione o la bocciatura della legge, questa indegna ma pericolosa pagliacciata di professori ex sessantottini - alcuni ai loro tempi anche aspiranti terroristi: poi non hanno avuto il coraggio fisico di passare alla lotta armata - oggi professori universitari, che da giovani erano volgari reggicoda (e leccaculo di baroni universitari), docenti che organizzano lezioni di fisica all'aperto, anche con esperimenti e con la partecipazione dei bambini delle elementari (che si inventano l'insegnamento autogestito o partecipato, l'algebra democratica, la chimica organica progressista e quella inorganica riformista).
Ma, gentile collega Finocchiaro, lei riesce a immaginarsi il grande latinista Concetto Marchesi, rigido marxista-leninista e grande ammiratore di Stalin, discettare di Ovidio, di Catullo, di Virgilio di fronte a platee di bambini che ogni tanto alzano il braccino per chiedere il permesso di andare a fare pipì? Si riesce ad immaginare il severo Alessandro Natta, normalista, ammiratore della lingua latina tanto da definire, insieme ad Aldo Moro, la legge che aboliva l'insegnamento del latino: una "legge per una scuola di asini", discettare ai bagni comunali su Cesare finto democratico, Cicerone reazionario, Catullo sostenitore dei nuovi diritti civili e con una rapida escursione nella letteratura italiana parlare di Dante passatista e di Manzoni reazionario?
E voto a favore perché spero che cessi questo inizio di movimentismo che vede pericolosamente uniti i giovani di sinistra con i giovani dell'estrema destra: i giovani di Alleanza Nazionale devono acquistare punti per la futura elezione del loro leader alla Presidenza della Repubblica. E meno male che questi ragazzi hanno rifiutato la solidarietà del fascista Antonio Di Pietro; già, perché ogni secolo ha il suo fascismo; ed il fascismo di oggi in Italia si chiama: "Italia dei Disvalori" o partito delle "Forche e manette"!
Lei, senatrice Finocchiaro, è troppo giovane per ricordarlo, ma lei, senatore Zanda, certo lo ricorda perché era accanto a me al Viminale! Non nelle fabbriche o nelle campagne, ma nelle università e nelle scuole superiori, non nei sindacati e nel movimento del proletariato, ma nel movimento studentesco ebbe inizio il terrorismo! E tra i terroristi non vi fu mai un operaio o un contadino, ma tecnici, studenti universitari, laureati ed anche qualche professore universitario!
Lei, senatrice Finocchiaro, è comunista e nasce politicamente nel Partito Comunista Italiano: ed è anche per questo, non certo per la sua militanza nel partito veltroniano, anzi nonostante questa, che io la stimo e l'ammiro! Distoglietevi un momento dal fare campagna per Obama, e operate dall'opposizione, da Roma non da New York, come operò negli anni '70-'80 il Partito Comunista per evitare che la storia, la tragica storia degli anni '70 si ripeta!
Certo, ieri si è avuto a Milano un buon segno: gli studenti hanno cacciato via e respinto ogni solidarietà del leader dell'Italia dei Disvalori, il partito di "Forca e Manette", il famoso analfabeta Antonio Di Pietro, prima amante deluso ma ora ritornato nel talamo newyorkese di Walter Veltroni, anche se io mi sentirei più tranquillo se il movimento degli studenti fosse egemonizzato e guidato da un movimento di giovani comunisti, marxisti-leninisti e togliattiani. Negli anni di piombo nelle università si opponevano al movimento studentesco e ad Autonomia Operaia soltanto i ragazzi comunisti della Federazione Giovanile Comunista Italiana e i giovani cattolici di Comunione e Liberazione; e con le sprangate in testa a un giovane comunista ed a un giovane di CL iniziò l'occupazione dell'Università di Bologna. E con la devastazione della federazione provinciale del PCI della stessa città, mi fu data mano libera dal Partito Comunista per la liberazione "manu militari" della città dal movimento studentesco e da Autonomia Operaia: ed io vi provvidi - tempi gloriosi! - con il robusto e deciso intervento del reparto celere della polizia - glorioso reparto! - di Padova, dal battaglione mobile dei carabinieri di Gorizia, allora appartenente alle forze di primo intervento della NATO sul fronte Est, montato su cingolati e con le mitragliatrici brandeggiate, e dei ragazzi del battaglione dei carabinieri paracadutisti Tuscania, col basco cremisi ed in tenuta da antiguerriglia! E i loro comandanti furono poi, ad operazione conclusa, ringraziati dal sindaco comunista della città a Palazzo d'Accursio. Ma erano i tempi nei quali esisteva il glorioso Partito Comunista di Berlinguer e Pecchioli, oggi certamente non sostituito dal partito obamiano di Veltroni, di Franceschini e di Marini.
Quando iniziarono le agitazioni contro il decreto Gelmini, mi fu chiesto da qualcuno della maggioranza: "Che fare?". Ed io, dimentico del celebre detto del Duca de la Rochefocauld: "I migliori consigli sono quelli che non si chiedono e non si danno", dissi: "Volete riportare la calma? Volete acquistare popolarità nel mondo della scuola e lasciare con un palmo di naso il partito obamiano? Abbandonate ogni idea di riforme e di tagli. Promuovete per decreto-legge a professori di prima fascia tutti: da ricercatori e precari in su! Date agli scolari delle elementari otto maestri per classe! Abolite nelle università gli esami di profitto e di laurea, rendendone automatico il conseguimento dopo un certo numero di anni. Stabilite il rapporto 1 a 50 tra studenti e corpo accademico, istituite una università per provincia e così via. La copertura finanziaria? Richiamare la nostra missione militare dal Libano, poiché è stato ormai raggiunto il suo scopo - il riarmo degli Hezbollah e la loro difesa dalle forze armate israeliane - e devolvere le somme stanziate per essa a queste politicamente più produttive spese". Ma la maggioranza ha seguito la terza delle prescrizioni di de La Rochefocauld: "Non seguire mai i consigli che vengono dati!".
E così mi tocca votare a favore del Governo, nell'attesa che il Partito Democratico dica e faccia qualcosa di sinistra e sia serio, come serio, senatrice Finocchiaro, fu il suo partito: il Partito Comunista di Togliatti, di Longo, di Berlinguer e di Natta e lo sarebbe stato quello di Massimo D'Alema, serio come fu la Democrazia Cristiana di De Gasperi, di Scelba, di Moro e di Andreotti, sì, anche di Andreotti, alla faccia del prodiano Mario Monaco e degli altri "cattolici democratici" e "cattolici adulti" come lui, dall'ex-demitiano Dario Franceschini al "preambolista" Franco Marini.
Per questi motivi voterò a favore. E che infine ritorni nel Paese e nel Parlamento lo spirito della prima gloriosa Repubblica, del glorioso Partito Comunista e della gloriosa Democrazia Cristiana!
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà, presidente Cossiga.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Signor Presidente, signor Ministro, signori senatori, credo che tutti in quest'Aula sappiano che io non ho mai votato per il partito dell'onorevole Berlusconi. Anche alle ultime elezioni ho votato per il PD perché purtroppo il PCI non c'è più. Ho votato per il PD, ma non capisco più che cosa sia, salvo che mi rechi a New York per sentire Veltroni che fa propaganda per Obama. Per me votare questa legge è quindi già una deviazione, ma spiegherò perché la voto. (Applausi dal Gruppo PdL).
Signor Ministro, io ho letto solo fuggevolmente il testo del decreto... (Commenti dai banchi dell'opposizione).
GRAMAZIO (PdL). Stai zitto! (Richiami del Presidente).
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Ma lasciate interrompere...
PRESIDENTE. Colleghi, invito al silenzio sia la maggioranza che l'opposizione per rispetto nei confronti del presidente Cossiga.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Signor Presidente, mi scusi, ma quando ero deputato e Aldo Moro fece un nobile discorso approvando l'intervento americano in Vietnam, io feci a pugni e l'amico Pajetta mi diede un pugno in piena faccia. Quindi, torniamo ai vecchi tempi! (Applausi dal Gruppo PdL). Per esempio, un pugno dal Capogruppo del PD lo gradirei, devo dire onestamente. Pajetta era però più cattivo e non so se lei sappia fare a pugni.
PRESIDENTE. Prego, presidente Cossiga, prosegua nel suo intervento.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Sì, signor Presidente, volevo solo chiarire perché ho fatto a pugni.
Signor Ministro, ho letto fuggevolmente il testo del decreto-legge, solo per accertarmi delle ragioni della vasta protesta degli studenti universitari, non convinto dalle parole che ieri Umberto Eco ha pronunziato dando loro dei perfetti imbecilli, dicendo: «Voi non capite che state lottando per i baroni e non per voi stessi». Ma Umberto Eco è notoriamente di destra. (Ilarità dal Gruppo PdL).
Di fronte alla vasta protesta degli studenti universitari, dei ricercatori e di quelli contro i quali un tempo gli studenti protestavano, cioè i baroni universitari, ho voluto vedere se il decreto-legge contenesse qualche disposizione sull'università. L'ho letto, l'ho riletto, l'ho fatto leggere ai miei collaboratori: niente. E sono stato contento, perché questa è una forte confutazione della teoria dello zero e della teoria del nulla: si può manifestare anche contro lo zero e contro il nulla.
SOLIANI (PD). È la legge n. 133, Presidente!
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Voterò a favore della legge di conversione per tre motivi che esporrò brevemente.
Signor Presidente, siccome sono notoriamente logorroico, quando lei crede mi tolga pure la parola.
PRESIDENTE. Vorrei evitare di farlo, Presidente. Mi auguro che il suo intervento sia contenuto nei dieci minuti.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Lo faccia pure, depositerò il discorso agli atti. Tenga anche presente che non ho mai avuto la soddisfazione di essere cacciato via dall'Aula e una volta tanto sinceramente la vorrei avere.
Innanzitutto voglio ringraziare da questi banchi gli organizzatori e i partecipanti delle oceaniche manifestazioni di questi giorni: dai baroni universitari alle irresponsabili mamme dei bambini innocenti portati in piazza ad urlare slogan di cui essi non comprendevano nulla. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP). Avrei capito se avessi sentito i bambini gridare: «Merendine! Merendine!» No: «Assunzioni!». Cosa ne sa un bambino di sei anni, salvo che glielo suggeriscano, del significato di «Assunzioni, assunzioni!». «Merendine, merendine!» sarebbe stato meglio. (Ilarità e applausi dai Gruppi PdL e LNP).
Per quanto riguarda l'intervento eventuale dell'autorità di pubblica sicurezza, essendo stato io, tra le altre cose (salvo che Presidente della Camera sono stato tutto), Ministro dell'interno, è stata una vera botta di vita sentire inneggiare slogan che temevo ormai desueti, sapere che la piazza non mi ha dimenticato e che qualcuno si ricorda di me: «Cossiga boia!», «Cossiga assassino!», «Cossiga piduista!». Mi è stato chiesto se si dovesse inviare un rapporto all'autorità giudiziaria e io ho risposto di no, perché temo che ad essere condannato sia io e non questi, con l'aria che tira. (Ilarità dai banchi della maggioranza).
Devo confessare che su questo campo speravo di più dalla marcia di oltre cinque milioni di persone, senza contare i cani e i gatti al seguito (Ilarità) (cinque milioni di persone! Pensate che ormai la fila delle persone arrivava a Firenze), una marcia non su Roma, questa volta, ma in Roma e nell'oceanica adunata del Circo Massimo, che - ero ragazzo ed ero in Germania - ricordava le bellissime manifestazioni a Norimberga di Adolfo Hitler. Tutti i totalitarismi sono uguali e sempre così si comincia.
Speravo invano che i marcianti dessero fuoco a qualche macchina, come ai bei tempi, spaccassero qualche vetrina, scandissero slogan...
GIARETTA (PD). Ti sarebbe piaciuto per fare quello che volevi fare tu.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Certo, quello che ho fatto io con l'aiuto e il consenso del Partito Comunista, che in quest'Aula ha votato all'unanimità una mozione e un ordine del giorno a mio favore! (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).
VOCI DAI BANCHI DELLA MAGGIORANZA. Bravo!
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Ma erano i tempi di Berlinguer, non di Walter Veltroni! Erano i tempi di Natta, non di Franco Marini! Era il tempo del glorioso Partito Comunista! (Vivaci proteste dai banchi dell'opposizione).
VOCE DAI BANCHI DELLA MAGGIORANZA. Bravo!
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, lasciamo parlare il presidente Cossiga senza interromperlo. (Commenti dai banchi dell'opposizione).
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Quando ho fatto picchiare a sangue gli universitari che hanno cacciato via Lama, il Gruppo del Partito Comunista alla Camera, in piedi, mi ha tributato un'ovazione. Vada a leggere gli atti! Vada a leggerli!
GIARETTA (PD). Li ho letti. Noi non siamo per una polizia che picchia! (Vivaci commenti dai banchi della maggioranza).
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Il Gruppo del PCI in piedi mi ha tributato un unanime applauso. (Proteste dai banchi dell'opposizione).
VITALI (PD). Smettila!
DONAGGIO (PD). Presidente Cossiga, rispetti il Senato!
PRESIDENTE. Prego, presidente Cossiga, prosegua nel suo intervento. Colleghi, così non si va da nessuna parte. Cerchiamo di consentire al presidente Cossiga di proseguire il suo intervento.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Speravo di sentire il glorioso grido degli studenti del movimento che il servizio d'ordine del PCI e della CGIL ci hanno aiutato a picchiare di santa ragione. Quando ci fu un 5 maggio, ci mettemmo d'accordo con il servizio di vigilanza della CGIL e ci mettemmo d'accordo così: prima quelli del movimento li picchiavano loro, poi ce li davano in braccio e li picchiavamo noi. Gloriosi tempi di Lama! (Vivaci e reiterate proteste dai banchi dell'opposizione). Sì, perché io sono stato il Ministro dell'interno di tre Governi di solidarietà nazionale! (Vivaci proteste dai banchi dell'opposizione).
PERDUCA (PD). Hanno ammazzato Giorgiana Masi!
PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di consentire al presidente Cossiga di concludere il proprio intervento.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Speravo di sentire il famoso grido: «Se vedi un punto nero, spara a vista: o è un carabiniere o è un fascista». Siccome nel partito obamiano ci sono molti cattolici (cattolici adulti o cattolici democratici, ma pur sempre cattolici), naturalmente veniva espunta dalla suddetta frase la parola «prete». (Ilarità dai banchi della maggioranza).
Questo tocco di illegalità dato alla manifestazione sarebbe stato utile anche per il Paese, perché il partito veltroniano avrebbe acquistato credibilità nei confronti del "movimiento", nel suo deciso evolversi in forme proprie dall'«Autonomia Operaia» alla «Lotta Continua» e - non dimentichiamolo - al FUAN. A Milano gli studenti di estrema destra hanno manifestato con quelli di estrema sinistra. Va bene che c'è una certa captatio benevolentiae in modo che uno di loro possa essere il Presidente della Repubblica al prossimo turno, c'è la proposta di erigere un monumento dell'Olocausto a Predappio, e questo mi sembra giusto.
I baldi, coraggiosi marcianti...
VOCE DAL GRUPPO PD. Tempo!
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Appena il Presidente me lo dirà!
I baldi, coraggiosi marcianti, tra i quali è giusto citare Folloni, allievo del compianto Sbardella, detto nel mio partito «lo squalo» (Ilarità dai banchi della maggioranza); Franceschini, allievo dell'epurato dal Partito Democratico Ciriaco De Mita; Rosy Bindi, eletta da Giulio Andreotti e da Bernini per bocciare (cosa in cui si è riusciti) Tina Anselmi, colpevole...
PERDUCA (PD). Tempo!
PRESIDENTE. La Presidenza conosce la regolamentazione dei tempi. Vi sono state ampie interruzioni e ha concesso già un minuto in automatico. Credo rientrasse nelle nostre competenze. Prego, presidente Cossiga.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Ed infine il carissimo amico Franco Marini, di cui ricordo il durissimo discorso contro il segretario del partito Ciriaco De Mita e l'allora presidente del Consiglio Francesco Cossiga, che citò per la prima volta il grande discorso di Togliatti a Bergamo sulla chiesa cattolica. Marini fece un grande discorso a favore del "preambolo": «Con la sinistra, mai!»...perderò! Ho intenzione di scrivere un libretto (quando era Presidente del Senato dovevo offrirglielo) con il discorso di Zaccagnini, mio e di Franco Marini: «Con la sinistra, mai!». Ma, ahimè, Franco Marini era un così abile oratore che la sinistra DC in quel congresso perse e non vinse mai più!
Perché voto a favore? Non per la legge in sé, anche perché credo che questi non siano tempi di riforme e anche perché - che io mi ricordi - salvo il referendum tra Repubblica e monarchia non mi sembra che in Italia di riforme vere se ne siano mai fatte. Non mi sembra questo un Paese di riforme! Ma voto a favore...
PRESIDENTE. Presidente Cossiga, le resta un minuto.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Benissimo, magari un minuto e mezzo. Resto a favore di quella pericolosa pagliacciata di professori ex sessantottini, alcuni ai loro tempi anche aspiranti terroristi...
VOCE DAI BANCHI DEL PDL. Bravo!
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Ed evito di fare i nomi (Applausi dai Gruppi PdL e LNP)... che però a differenza dei terroristi veri non hanno avuto il coraggio di passare alla lotta armata perché era più comodo leccare il culo ai baroni per diventare professori universitari. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP. Commenti della senatrice Garavaglia Mariapia. Richiami del Presidente).
Gentile collega Finocchiaro, lei riesce ad immaginarsi il grande latinista, Concetto Marchesi, che ho avuto l'onore di avere come collega, rigido marxista- leninista e stalinista, discettare di Ovidio, di Catullo, di Virgilio di fronte ai bambini che ogni tanto alzano il braccio dicendo: «Voglio andare a fare la pipì»? Non mi sembra! E il normalista Alessandro Natta, che sbatté la tavoletta del banco alla Camera quando fu approvata la legge sull'abolizione del latino dicendo: «Ho capito! Anche il mio partito vuole una scuola di asini!»? Io non ce lo vedo!
Ho terminato e consegno agli atti il mio intervento scritto. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP. Molte congratulazioni).
Testo integrale della dichiarazione di voto del senatore a vita Cossiga sul disegno di legge n. 1108
Signor Presidente, signora Ministro, signori senatori, dichiaro che voterò a favore della approvazione della legge di conversione del decreto-legge cosiddetto Gelmini.
Ho letto solo fuggevolmente il testo del decreto-legge, e solo per accertarmi, di fronte alla vasta protesta degli studenti universitari, dei ricercatori e di quelli contro i quali un tempo gli studenti manifestavano, e cioè i "baroni" universitari, che il detto decreto non contenga nessuna disposizione in materia di università, e che quindi costoro protestano contro il nulla. E questo serve già a motivarmi...
Voterò a favore della legge di conversione per tre motivi che esporrò brevemente.
Ma anzitutto voglio ringraziare da questi banchi gli organizzatori ed i partecipanti delle oceaniche manifestazioni di questi giorni: dai "baroni universitari" alle irresponsabili mamme di bambini innocenti portati in piazza a urlare slogan di cui essi non comprendevano certo il contenuto. Per me è stata una "botta di vita" sentire echeggiare slogan che temevo ormai desueti, sapere che "esisto" e che qualcuno si ricorda di me: "Cossiga boia!", "Cossiga assassino!" e "Cossiga piduista!". Debbo confessare che su questo campo speravo di più dalla marcia di oltre cinque milioni di persone, senza contare i cani ed i gatti, non, per questa volta, su Roma, ma in Roma e dalla oceanica adunata del Circo Massimo degna dei raduni di Adolf Hitler a Norimberga. Speravo, invero, che i "marcianti" dessero fuoco a qualche macchina, spaccassero qualche vetrina, lanciassero qualche bottiglia molotov contro le forze dell'ordine, scandissero lo slogan: "Se vedi un punto nero, spara a vista: o è un carabiniere o è un fascista!" (omettendo giustamente l'inciso "un prete", che avrebbe però reso più pregnante lo slogan che sarebbe suonato: "Se vedi un punto nero, spara a vista: o è un prete o è un carabiniere o è un fascista!"; ma tra di loro ci sono molti cattolici, "cattolici adulti" evvero, e cioè luteraneggianti come il loro dotto maestro, il cardinale Martini, ma pur sempre cattolici: nulla di tutto questo, purtroppo!). E questo tocco di illegalità dato alla manifestazione sarebbe stato utile anche per il Paese, perché il partito veltroniano avrebbe acquistato di credibilità nei confronti del "movimento" nel suo deciso evolversi in forme proprie all'"Autonomia Operaia" o a "Lotta continua" o al FUAN, movimenti tutti fortemente presenti nell'odierno "movimento" con ex-, oggi professori d'università ed anche leader dell'occupazione e della didattica inventiva (e questo nel futuro avrebbe permesso al partito veltroniano di poter gestire a pieno la protesta anche violenta, limitandola al lancio di molotov o di cubetti di porfido, tenendola lontana non più certo dalle P38, armi ormai obsolete, ma dalle nuove P2000, o dalle più sofisticate Glock o HK o Siegsauer). I baldi e coraggiosi marcianti - tra i quali è giusto citare Folloni, allievo del compianto Sbardella della destra democristiana, dentro il comune partito che fu significativamente chiamato "lo squalo", Franceschini, allievo dell'epurato De Mita, Rosy Bindy, la eletta da Andreotti e da Bernini contro Tina Anselmi (che è apparsa con una maschera bianca che le nascondeva il volto - cosa che ha suscitato un lungo applauso dai partecipanti dettato da profonda riconoscenza, diciamo così, estetica), e infine l'amico Franco Marini, coautore del famoso "preambolo" contro ogni forma di collaborazione della DC con il Partito Comunista (come è noto io ero invece a favore, eccome) e co-vincitore di un decisivo congresso nazionale della Democrazia Cristiana, contro le sinistre del partito, cui egli, convinto anticomunista a trecesentossessanta gradi (si comprende la sua antica e indefettibile amicizia con Silvio Berlusconi che non per niente lo voleva presidente della Repubblica), diede un fondamentale contributo con un suo memorabile discorso anticomunista ("Con la sinistra, mai!"), duramente polemico contro Benigno Zaccagnini, segretario della DC, e Francesco Cossiga, Presidente del Consiglio dei ministri - tutti ex democristiani che parlano chiaro e forte perché ritengono di aver ormai, nonostante la per loro dolorosa assoluzione di Giulio Andreotti e di Calogero Mannino, per la quale hanno tutti pianto lacrime amare, ampiamente scontato la loro colpa di essere stati membri del partito della mafia e della strategia della tensione, che hanno dato un grande contributo alla manifestazione, tutti compunti ma entusiasti, alla testa di precocemente maturati bambini, urlare con loro con profonda comune consapevolezza: "Assunzioni! Assunzioni!" e poi ancora: "Merendine! Merendine!". Non dico che era necessario lanciare almeno una bomba molotov o aggredire un carabiniere, ma almeno avessero gridato, facendo coro al loro camerata Franco Monaco, l'allievo del cardinale Martini, "Andreotti e Mannino mafiosi! Viva Caselli" e perché no, "Maria Stella Gelmini al rogo!", perché, suvvia, questo potevano anche urlarlo!
Perché voto a favore? Non per la legge in sé, non credo nelle riforme in tempo di grave crisi ma credo ed approvo i tagli alla spesa pubblica, ma perché desidero, da vecchio assistente e professore universitario, che cessi comunque, con l'approvazione o la bocciatura della legge, questa indegna ma pericolosa pagliacciata di professori ex sessantottini - alcuni ai loro tempi anche aspiranti terroristi: poi non hanno avuto il coraggio fisico di passare alla lotta armata - oggi professori universitari, che da giovani erano volgari reggicoda (e leccaculo di baroni universitari), docenti che organizzano lezioni di fisica all'aperto, anche con esperimenti e con la partecipazione dei bambini delle elementari (che si inventano l'insegnamento autogestito o partecipato, l'algebra democratica, la chimica organica progressista e quella inorganica riformista).
Ma, gentile collega Finocchiaro, lei riesce a immaginarsi il grande latinista Concetto Marchesi, rigido marxista-leninista e grande ammiratore di Stalin, discettare di Ovidio, di Catullo, di Virgilio di fronte a platee di bambini che ogni tanto alzano il braccino per chiedere il permesso di andare a fare pipì? Si riesce ad immaginare il severo Alessandro Natta, normalista, ammiratore della lingua latina tanto da definire, insieme ad Aldo Moro, la legge che aboliva l'insegnamento del latino: una "legge per una scuola di asini", discettare ai bagni comunali su Cesare finto democratico, Cicerone reazionario, Catullo sostenitore dei nuovi diritti civili e con una rapida escursione nella letteratura italiana parlare di Dante passatista e di Manzoni reazionario?
E voto a favore perché spero che cessi questo inizio di movimentismo che vede pericolosamente uniti i giovani di sinistra con i giovani dell'estrema destra: i giovani di Alleanza Nazionale devono acquistare punti per la futura elezione del loro leader alla Presidenza della Repubblica. E meno male che questi ragazzi hanno rifiutato la solidarietà del fascista Antonio Di Pietro; già, perché ogni secolo ha il suo fascismo; ed il fascismo di oggi in Italia si chiama: "Italia dei Disvalori" o partito delle "Forche e manette"!
Lei, senatrice Finocchiaro, è troppo giovane per ricordarlo, ma lei, senatore Zanda, certo lo ricorda perché era accanto a me al Viminale! Non nelle fabbriche o nelle campagne, ma nelle università e nelle scuole superiori, non nei sindacati e nel movimento del proletariato, ma nel movimento studentesco ebbe inizio il terrorismo! E tra i terroristi non vi fu mai un operaio o un contadino, ma tecnici, studenti universitari, laureati ed anche qualche professore universitario!
Lei, senatrice Finocchiaro, è comunista e nasce politicamente nel Partito Comunista Italiano: ed è anche per questo, non certo per la sua militanza nel partito veltroniano, anzi nonostante questa, che io la stimo e l'ammiro! Distoglietevi un momento dal fare campagna per Obama, e operate dall'opposizione, da Roma non da New York, come operò negli anni '70-'80 il Partito Comunista per evitare che la storia, la tragica storia degli anni '70 si ripeta!
Certo, ieri si è avuto a Milano un buon segno: gli studenti hanno cacciato via e respinto ogni solidarietà del leader dell'Italia dei Disvalori, il partito di "Forca e Manette", il famoso analfabeta Antonio Di Pietro, prima amante deluso ma ora ritornato nel talamo newyorkese di Walter Veltroni, anche se io mi sentirei più tranquillo se il movimento degli studenti fosse egemonizzato e guidato da un movimento di giovani comunisti, marxisti-leninisti e togliattiani. Negli anni di piombo nelle università si opponevano al movimento studentesco e ad Autonomia Operaia soltanto i ragazzi comunisti della Federazione Giovanile Comunista Italiana e i giovani cattolici di Comunione e Liberazione; e con le sprangate in testa a un giovane comunista ed a un giovane di CL iniziò l'occupazione dell'Università di Bologna. E con la devastazione della federazione provinciale del PCI della stessa città, mi fu data mano libera dal Partito Comunista per la liberazione "manu militari" della città dal movimento studentesco e da Autonomia Operaia: ed io vi provvidi - tempi gloriosi! - con il robusto e deciso intervento del reparto celere della polizia - glorioso reparto! - di Padova, dal battaglione mobile dei carabinieri di Gorizia, allora appartenente alle forze di primo intervento della NATO sul fronte Est, montato su cingolati e con le mitragliatrici brandeggiate, e dei ragazzi del battaglione dei carabinieri paracadutisti Tuscania, col basco cremisi ed in tenuta da antiguerriglia! E i loro comandanti furono poi, ad operazione conclusa, ringraziati dal sindaco comunista della città a Palazzo d'Accursio. Ma erano i tempi nei quali esisteva il glorioso Partito Comunista di Berlinguer e Pecchioli, oggi certamente non sostituito dal partito obamiano di Veltroni, di Franceschini e di Marini.
Quando iniziarono le agitazioni contro il decreto Gelmini, mi fu chiesto da qualcuno della maggioranza: "Che fare?". Ed io, dimentico del celebre detto del Duca de la Rochefocauld: "I migliori consigli sono quelli che non si chiedono e non si danno", dissi: "Volete riportare la calma? Volete acquistare popolarità nel mondo della scuola e lasciare con un palmo di naso il partito obamiano? Abbandonate ogni idea di riforme e di tagli. Promuovete per decreto-legge a professori di prima fascia tutti: da ricercatori e precari in su! Date agli scolari delle elementari otto maestri per classe! Abolite nelle università gli esami di profitto e di laurea, rendendone automatico il conseguimento dopo un certo numero di anni. Stabilite il rapporto 1 a 50 tra studenti e corpo accademico, istituite una università per provincia e così via. La copertura finanziaria? Richiamare la nostra missione militare dal Libano, poiché è stato ormai raggiunto il suo scopo - il riarmo degli Hezbollah e la loro difesa dalle forze armate israeliane - e devolvere le somme stanziate per essa a queste politicamente più produttive spese". Ma la maggioranza ha seguito la terza delle prescrizioni di de La Rochefocauld: "Non seguire mai i consigli che vengono dati!".
E così mi tocca votare a favore del Governo, nell'attesa che il Partito Democratico dica e faccia qualcosa di sinistra e sia serio, come serio, senatrice Finocchiaro, fu il suo partito: il Partito Comunista di Togliatti, di Longo, di Berlinguer e di Natta e lo sarebbe stato quello di Massimo D'Alema, serio come fu la Democrazia Cristiana di De Gasperi, di Scelba, di Moro e di Andreotti, sì, anche di Andreotti, alla faccia del prodiano Mario Monaco e degli altri "cattolici democratici" e "cattolici adulti" come lui, dall'ex-demitiano Dario Franceschini al "preambolista" Franco Marini.
Per questi motivi voterò a favore. E che infine ritorni nel Paese e nel Parlamento lo spirito della prima gloriosa Repubblica, del glorioso Partito Comunista e della gloriosa Democrazia Cristiana!
6 commenti:
L'ho letto tutto fino in fondo.
Posso solo dire che l'etichetta "farneticazioni" ci sta a pennello...
franca non ho usato altre parole perchè rischiavo la denuncia ..
e non volevo rivendire la polemica con qualcuno...
mamma, è un po' lunghino....non ce la farò mai a leggerlo fino in fondo...
Per pietà, non rinverdiamo.
al peggio non c'è mai fine ...
ma certa gente non sente mai la necessità di ritirarsi su un'isola a pescare ?
che è meglio!!!
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