vedo la gente in ospedale
da febbraio frequento ospedali, sia pubblici che privati, ben 4 da quando mamma non sta bene, ho fatto caso ad una strana sindrome che prende i malati: l'impermiabilità o l'indifferenza verso certe regole sociali, sono convinta che molti di loro non andrebbero mai, per esempio, ad aprire la porta agli ospiti in pigiama o quanto meno che so indosserebbero sopra una vestaglia, e invece ho visto cose che voi umani....... non ci sono più i reparti rigorosamente divisi tra uomini e donne, perlomeno nei reparti dove è stata ricoverata la mia mamma, ora va bene che fa caldo ma ho visto addirittura uno girare in mutande e nemmeno boxer ma proprio slip che nulla lasciavano immaginare alla fantasia, ora non è che io sia maniaca e il mio sguardo vada subito lì al gioiello di famiglia, ma vi posso assicurare che era imbarazzante vedere questo tipo vagabondare per il reparto, per non parlare di quelli che giravano coi pigiami corti e con il petto villoso esposto, che poi essendo stati operati al cuore non era proprio un bel vedere, le signore per contro erano tutte un po' più discrete, quasi tutte con la loro vestaglietta in tinta con il pigiama o camicia da notte che fosse.
Un'altra constatazione è che c'è un uso e un abuso del tu, a me non piace questo approccio così apparentemente friendly, io non ti conosco e tu non conosci me, anche se mi medichi, mi metti la padella, mi vedi nuda e anzi proprio per questo preferirei mantenere una certa distanza, la giusta distanza, per parafrasare il titolo di un film, perchè poi a questo uso del tu non corrisponde quasi mai una propensione alla compassione; e mi spiace dirlo ma la categoria degli infermieri andrebbe rieducata, non generalizzo ovviamente, abbiamo incontrato anche persone quasi angeliche, ma molte erano indifferenti al limite della maleducazione e atteggiamento ancor più grave poco professionali verso malati veramente sofferenti..
Mi è venuto in mente che forse in certi casi stai così male che te ne sbatti della dignità e del galateo, io invece proprio quando sto peggio devo curare di più l'aspetto fisico e il vestire, mi sembra così di non correre il rischio di lasciarmi andare alla deriva.
10 commenti:
... guarda... io queste cose (e anche peggiori) le ho viste in un ospedale della periferia romana (evito di dirlo per 'rispetto')... andai a trovare un'amica e rimasi a dir poco allucinata...
... le pareti zozze, un odore tremendo di urine e fumo...
... un infermiere parlava a un'anziana come si parlerebbe, che so, alla piu' stronza delle nemiche... le disse persino 'a nonni' nun vedi che sto a fa 'na cosa? quann'ho finito te do retta... mo' sta bona'... STA BONA??? l'avessero detto a me, minimo minimo gli sarebbe arrivata una sberla!..
... scendemmo a bere un caffe' (nello sporco assoluto) e quando risalimmo quello stava fumando! FUMANDO! li' non ci ho visto piu'... e ho sfoderato la mia divisa... quando ci vuole ci vuole!
.. .per quanto riguarda i pazienti: no comment... :-((
I malati specie se anziani vengono effettivamente trattati come hai descritto. La maggior parte delle volte la maleducazione si limita al tu, altre volte è più grave. Non credo dipenda da limiti particolari del personale addetto, ma da come sono considerate le persone nella più ampia società. Di fatto si è sempre più considerati, e noi stessi senza accorgercene consideriamo, per il proprio livello di efficienza. Produco - sono, non produco - non sono. Un malato o un anziano tendono a produrre molto meno di un sano. Ovviamente a questa regola ci sono eccezioni: hai soldi e non fai nulla e vivi di rendita? In quel caso SEI comunque. Aggiungi a queste considerazioni che le persone in ospedale non portano i loro vestiti ma pigiami o sono seminude, questo li spersonalizza e li indebolisce ulteriormente. Spostando il discorso, ma solo apparentemente, la prima cosa che facevano i nazisti quando arrivavano i "carichi umani" nei lager, era far spogliare le persone nude: umilia ed annulla in modo estremamente efficace, e marca la differenza di appartenenza ad un ordine sociale, da un lato ti tolgo tutto, ti tolgo anche l'identità, dall'altra io ho, di contro, una divisa che identifica e rafforza un'identità sociale. Condisci tutto questo con ignoranza e la frittata è pronta.
ciao, silvano.
Argomento difficile...
In qualsiasi direzione ci si muova si fanno cocci.
Argomento difficile da trattare con chi sta vivendo un'esperienza in prima persona.
Per quanto riguarda la rieducazione direi che ne avrebbe bisogno l'intera società in cui viviamo, iniziando (generalizzando) dal primo scalino...
I genitori.
La maleducazione dei figli nasce spesso dall'emulazione dei genitori
Credo che la nostra visione di sanità sia molto occidentale, quindi basata su gradi di efficenza difficilmente raggiungibili fuori da singoli casi...
Sopratutto in un sistema sanitario come il nostro (ma gli altri paesi occidentali non stanno meglio) dove più che l'efficenza e la meritocrazia contano le amicizie e l'appartenenza politica e dove è impossibile licenziare qlc.
A conferma di ciò vediamo che lo stesso problema esiste per l'amministrazione pubblica.
Anche lì inefficenza e maleducazione dilagano...
purtroppo è sempre questione di cultura.
mi racconta mio fratello che peraltro invece lavora in un ospedale apparentemente più umano e organizzato, forse anche perchè di recente costruzione, che dato che gli infermieri specializzati scarseggiano, non hanno di certo paura di rimaner senza lavoro, aggiungerei anche che in effetti a volte alcuni di loro sono sottoposti a turni massacranti, non è una scusante ma di certo persino il carattere più gioviale ed educato può diciamo così innervosirsi,
silvano non ci avevo pensato, grazie per avermelo ricordato, in effetti la spersonalizzazione dell'individuo è un'arma letale che spesso viene usata per umiliare appunto le persone, leggo oggi con orrore delle lievi condanne se tali si posono definire dei torturatori di bolzaneto
gianfranco in parte è vero quello che dici a genitori maleducati di certo corrispondono figli poco educati, ma ahimè mi sto accorgendo che crescere dei figli cercando di "educarli" in maniera corretta è sempre più difficile di generazione in generazione, e come ben sai i miei hanno tre età ben diverse, quando intorno a te c'è il deserto, far spuntare un fiore richiede uno sforzo immane e alle volte noi genitori ci sentiamo impotenti
passioni era di questo che stavo parlando una a mia madre le ha detto: aho vedi di non fa la cicia.... eppure per sua sfortuna mia madre ha già avuto a che fare con ospedali, iniziando dal sanatorio a 16 anni.... e di certo non è una a cui piace lamentarsi!
ci sono luoghi che hanno la caratteristica di sublimare il peggio della natura umana. Credo che la malattia già ci sottrae dignità, e andrebbe fatto il possibile per salvaguardare quella che ci lascia.
ogni tanto mi guardo intorno cercando disperatamente qualcosa che funzioni in questo sfigato paese ...
comunque abbiamo tutti la nostra parte di colpa
che dire del malvezzo che ha parecchia gente di dare la mazzetta al/alla boss di reparto perchè venga usato il 'dovuto' riguardo al familiare? non è una ingiustizia verso coloro che non hanno le stesse possibilità?
per non parlare del pacco dono natalizio ai vari dottori ed ai più o meno loschi personaggi di contorno ...
purtroppo questa abitudine è tipica italiana ... vien quasi da pensare che abbiamo la mafia nel sangue
un abbraccio solidale Zefi
Hai ragione, mio padre è medico e quando vado in ospedale da lui sono sconvolta da quello che vedo, la mancanza di dignità di cui parli secondo me è la parola chiave, sia dall'una che dall'altra parte; perchè se è spiacevole vedere i malati sporchi e malvestiti, è per lo meno disturbante vedere alcuni medici che li trattano come oggetti.
L'assistenza sociale secondo me è lo specchio dei problemi reali del paese.
a parte le liti per un cane guida in ospedale, che per legge entra anche perché più pulito di molti tra il personale sanitario (non cito i locali, tipo corridoi e stanze, o bagni..), io sono stata molto in ospedale, sinceramente se mi dai del tu o del lei o del voi poco mi interessa, semmai mi preoccupo se chi mi buca prende una vena bene (una flebite mi fecero venire per ago fuori vena), o se chi mi fa una medicazione è una persona senza le zecche che cascano sul letto.. insomma penso che chi sta a letto in un ospedale viva come ho vissuto io momenti in cui il darsi del tu a volte può essere anche più gradito, perché ci fa sentire tra persone "amiche", il problema è che succede di tutto in un ospedale e non racconto le cose peggiori che ho dovuto subire: l'importante è comunque avere almeno una persona cara accanto, sicuramente meno distratta di chi soffre, ciao e auguri per la tua mamma, laura
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