martedì, gennaio 22, 2008

Lust, caution - Lussuria

seduzione e tradimento


Trama: un gruppo di giovani studenti cinesi progetta di assassinare un potente personaggio politico nella Shanghai della seconda guerra mondiale,tutto è nella mani di Wang Jiazhi, giovane donna che deve sedurre Mr. Yee, ma nel gioco della seduzione si perde e ne esce sconfitta.

Il regista si è ispirato ad un racconto di Eileen Chang, e l'ha arrichito trattandolo come un noir romantico degli anni 40.

Lust è lussuria in inglese e insieme illusione, mentre caution, cautela indica la via della ragione. Se jie nella traduzione dal cinese assume anche il significato di anello, lo splendido anello che segnerà la fine della storia.

Le "scandalose" scene di sesso, io più che eccitanti le ho trovate devastanti, non c'è niente di erotico, c'è solo la prevaricazione di questo uomo crudele, che tenta anche attraverso il sesso di arrivare a possedere l'anima, il cuore, le più intime emozioni, i più profondi sentimenti della donna che gli si abbandona nell'amplesso, non c'è amore ma solo la sua negazione.

Dice il regista che queste scene sono cruciali: "Lei deve comportarsi in modo tale da guadagnarsi la fiducia di Yee. Lui è come un inquisitore." Basti pensare al fatto che la prima scena erotica è di sodomia, molto violenta come se lui dovesse ribadire il concetto di predominio e lei di vittima sacrificale. Lei che doveva sedurre questo uomo pericolosissimo cade nel solito errore di molte, si innamora da seduttrice diventa sedotta e questo segna la fine sua e dei suoi compagni.

C'è una scena quando lei va a riferire dei suoi progressi al capo della resistenza e gli racconta piangendo come è fare l'amore con Mr. Yee, è talmente straziante quello che dice: "lui non si limita a penetrarmi, arriva fino agli angoli più intimi, mi lacera, mi possiede , mi prende l'anima" (non mi ricordo le testuali parole ma il senso era questo) che persino i suoi compagni la zittiscono, è troppo anche per loro che sono uomini.

Dice Ang Lee che nella sua opera ricorrono spesso due elementi: la dissoluzione e la perdita, "noi vorremmo la stabilità, che le cose restassero per sempre e invece le cose cambiano e a noi non resta che adattarci continuamente."

E di questo parla anche questo film: dissoluzione e perdita, e dell'eros che è un elemento fortissimo di conoscenza, ma è anche un grande banco di prova per l'uomo, che si trova a confrontarsi con le sue paure e i suoi desideri, e anche dell'amore che invece è un oggetto misterioso e oscuro.

Io sono uscita dal cinema senza fiato, con lo stomaco contratto, non mi sono nemmeno accorta che erano passate due ore e mezza, e per fortuna al quattro fontane lo danno senza interruzioni, ve lo consiglio caldamente, da vedere.

Lussuria: la radice della parola lussuria coincide con quella della parola lusso - che - indica una esagerazione - e quella della parola lussazione - che significa deformazione o divisione. Lussuria designa qualcosa di esagerato o parziale. Il lussurioso cioè è portato a concentrarsi solo su alcuni aspetti del partner (il corpo o una parte di questo) che diventano il polo dell'attrazione erotica; tutto il resto è escluso, l'interezza è negata. La lussuria è quindi una conseguenza di un certo tipo di paura: la paura del confronto con un altro essere umano nel quale è possibile rispecchiarsi. Il lussurioso non si vuole specchiare, non si vuole vedere, non si vuole confrontare. (tratto da analisigrafologica).

9 commenti:

Anonimo ha detto...

sinceramente non l'ho ancora visto ma la tua recensione mi ha incuriosito.

M.S. ha detto...

il primo commento positivo che leggo! uno spiraglio alle mie alte aspettative! lo vedrò al più presto.

Giovanna Alborino ha detto...

peccato che non potro' vederlo, al cinema non si va' piu' da quando e' nato mio figlio..

buona giornata

Alberto ha detto...

Il termine "lussurioso", spiegato così, sembra coincidere con "feticista" (benché il feticismo non sia solo di natura sessuale, in effetti - ndr): mumble... mumble...

Approfondisco.

Un abbraccio etimologico :-)

zefirina ha detto...

io non potrei fare a meno del cinema, da sempre almeno una volta a settimana ci vado, e nemmeno la nascita dei vari figli mi ha fatto mai desistere da tale pratica, la povera Valentina è da quando è piccola che si sorbisce film su film, a tre anni già veniva nei cinecircoli con me, d'altra parte non avrei saputo a chi lasciarla.

ragazzi spero vi piaccia quanto è piaciuto a me
buona visione

Gianluca ha detto...

Anche a me è piaciuto molto, solitamente diffido dei film veneziani ma Ang Lee e Tony Leung erano una garanzia.
è uno di quei film che ti rimane dentro e ti lavora ancora il giorno dopo.
Ciao

zefirina ha detto...

gianluca condivido la tua opinione

lophelia ha detto...

se ne parlava di recente con Henry, paragonando i diversi stili di Ang Lee e Won Kar Wai.
Complimenti davvero per la bella recensione, hai colto gli aspetti cruciali.
Però che le scene di sesso così siano la negazione dell'amore è un'affermazione un po' forte...anche l'amore è luci e ombre.

zefirina ha detto...

lophelia io le ho vissute così, ovvio che le storie persone incidono sulla percezione di quello che si vede o si sente o si legge...