lunedì, dicembre 17, 2007

la parola, le parole

la parola le parole
quelle esposte
quelle forti, sensibili
le parole vive del poeta
a riscaldare l’intimo e possibile amare
le parole
sempre le parole mentre il vino
scende giù per la gola
il fumo mi lascia estasiato
le parole
le parole mature
dinanzi al tuo sguardo curioso e tranquillo
le parole
sono tanti gli istanti
in cui liberano le parole proibite
i nomi antichi non rivelati e ancora
negati
le parole maledette nella lingua degli innocenti
dei proscritti
dei pazienti
dei caustici
degli amanti che ardono di fame
in loro le parole si amano
o odianogli uomini
i mangiatori di parole
ci sono parole in questa rottura
parole
e i capelli ribelli e i tuoi capelli di alghe
a onde vengono a dormire tra le mie mani
e dico: onda del mare
vento forte che affusola
e le parole sempre le parole
nel mio petto a voler accogliere
le parole
le parole pulite pulite
nella mia bocca che ti desidera
le parole dolci
e quelle salate
quelle temperate
e le tiepide le calde
le fredde forse malate
le parole esposte
le parole forti a incidere
a ostinarsi
la parola
libertà
e
i poeti costantemente
insistentemente
a seminare.

Ivo Machado

(da: «cinque canti con lorca ed altre poesie»)

Traduzione: Carmen Mitidieri

6 commenti:

daniela ha detto...

Mi hai fatto venire in mente questa:


Le mie parole sono sassi,
precisi e aguzzi pronti da scagliare su facce vulnerabili e indifese;
Sono nuvole sospese, gonfie di sottintesi
che accendono negli occhi infinite attese;
Sono gocce preziose, indimenticate,
a lungo spasimate, poi centellinate;
Sono frecce infuocate che il vento e la fortuna sanno inidrizzare;
Sono lampi dentro a un pozzo cupo e abbandonato,
un viso sordo e muto che l'amore ha illuminato;
sono foglie cadute, promesse dovute
che il tempo ti perdoni per averle pronunciate;
Sono note stonate,
su un foglio capitate per sbaglio, tracciate e poi dimenticate,
le parole che ho detto, oppure ho creduto di dire, lo ammetto.
Strette tra i denti, passate e ricorrenti,
inaspettate, sentite o sognate.
Le mie parole son capriole, palle di neve al sole,
razzi incandescenti prima di scoppiare;
Sono giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare,
piccoli divieti a cui disobbedire;
Sono andate a dormire
sorprese da un dolore profondo che non mi riesce di spiegare,
fanno come gli pare, si perdono al buio per poi ritornare;
Sono notti inteminate, scoppi di risate,
facce sovraesposte per il troppo sole;
Sono questo le parole, dolci o rancorose,
piene di rispetto oppure indecorose;
Sono mio padre e mia madre,
un bacio a testa prima del sonno, un altro prima di partire;
Le parole che ho detto e chiss quante ancora devono venire
Strette tra i denti, risparmiano i presenti,
immaginate, sentite o sognate,
spade fendenti,
al buio sospirate,
perdonate, da un palmo soffiate.


Samuele Bersani, Le mie parole.

Una delle canzoni più belle degli ultimi anni. Secondo me. :-)

giovanna ha detto...

ciao zefirina,
le ... parole di una poesia fanno sempre bene.
Bella anche la canzone di Bersani, Daniela.
Acci, io che non ascolto più canzoni nuove!
grazie!
g.

zefirina ha detto...

c'è anche questa:
Le parole resistono alla cancellazione
le più vecchie e cocciute formano una
spessa crosta di rabbia chiacchierina
(Jeanette Winterson )

giovanna ha detto...

dunque: verba non volant :-)
(ma sì, il proverbio ha diverso significato...)
E' vero. Anche io credo che le parole "resistono alla cancellazione"!
Quelle belle e quelle brutte! :-(
[io sono una cattiva.... per natale si devono dimenticare le parole "brutte" :-) :-)]
ciao zefi!

zefirina ha detto...

giovanna non sei cattiva e che ti dipingono così ;.)

giovanna ha detto...

:-)