martedì, giugno 05, 2007

vita

C’è una vita che scorre con ritmi che si ripetono, in una quotidianità che ha bisogno di una cadenza solida nel suo riproporsi. C’è una vita che ha bisogno di annusare un certo profumo mentre passa davanti al negozio del fornaio, e di notare certi colori (limpidi o minacciosi) quando alza lo sguardo al cielo. C’è una vita che impreca per le troppe ore di lavoro e la troppo lunga fila al supermercato del sabato sera, ma è disorientata dalle troppo vuote ore della domenica mattina.
C’è una vita, insomma, che è facile racchiudere nella scontata definizione di “quotidianità”. Leggera o pesante, attraversata con passo spedito o affaticato, in ogni caso inevitabile.
A volte, però, improvvisi lampi di luce ci impediscono di proseguire in modo spedito verso il prossimo appuntamento, magari segnato nell’agenda dei doveri da tempo immemorabile. Accade che il solito ritmo venga turbato da un incontro, dall’incrociarsi (fortuito?... era destino?...) di vite che fino a pochi istanti prima stavano semplicemente vivendo la propria inevitabile quotidianità. Accade che poche parole, uno sguardo, un singolo gesto… insomma, un frammento di sé, diventi d’un tratto frammento comune. Dopo, ci sarà tempo per chiedersi come possa accadere una tale “anomalìa” che ha quasi il sapore del miracoloso, ma intanto ciò che accade è che prorompe nella propria vita una nuova ricchezza, e quasi subito se ne avverte anche l’immensità.
Di solito gli sguardi che incrociamo, quando incrociamo sguardi, sono chiusi, frettolosi, persi nei propri pensieri e nelle proprie convinzioni. Quando un incontro ci turba, invece, è perché lo sguardo che si sofferma è dilatato, e dietro gli occhi grandi è possibile scoprire il colore dell’anima svestita. E’ questo, in fondo, che ci turba davvero? Con un misto di incredulità e timore, scopriamo che c’è una quotidianità abbottonata per paure e vergogne, dalle superfici impermeabili e senza fessure, ma sotto scorre anche il desiderio di scoprirsi e scoprire. Forse non ce ne accorgiamo che quando incrociamo una vita non alla velocità del solito sfiorarsi appena, ma indugiando. Ed è in questo “rallentare”, che ognuno di noi può immaginare l’incontro ancor prima che avvenga.


(francesco sicilia su poetilandia)

2 commenti:

Alberto ha detto...

PRIMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO...
:-D

Yeah! ;-)

Non so perché ma quando ho letto di questa "quotidianità senza fessure" mi sono particolarmente immedesimato nel testo... :-/

Bah, scherzi delle poesie!

Un abbraccio giambico :-)

zefirina ha detto...

@alberto per questo lo'ho riportato, perchè mi suonava bene