mercoledì, febbraio 21, 2007

la magia delle parole

Il fascino segreto delle parole mi colpisce sempre, mi affascina l'uso delle parole ma anche l'abuso delle stesse, mi affascinano le persone che le sanno usare bene anche se poi finisco con il manipolarti, mi affascina scoprire tutto quello che c'è dietro una parola, la sua etimologia, come nasce, come muore, come viene usata nei diversi tempi, paesi.
Subisco questa fascinazione da sempre, sapete già che sono una divoratrice di libri già fin dalla tenera età, praticamente da quando sono riuscita ad imparare a leggere, leggo tutto quello che ho sottomano libri, riviste, giornali, persino i bugiardini delle medicine, mi incuriosiscono gli slogan pubblicitari, le scritte sui muri e quelle parole o frasi che mi colpiscono particolarmente le introito, le faccio diventare mie, talvolta mi si potrebbe definire ladra di parole. Mi riesce più difficile sentire leggere qualcun'altro, perchè il suono della voce mi confonde, specie se è una bella voce, mi distraggo e la testa comincia a vagare per conto sua, se ne va proprio da un'altra parte, e poi mi viene sempre voglia di togliere il libro di mano a chi me lo sta leggendo per farlo da sola, per fare prima.... e già perchè, come è noto a chi mi conosce bene, la mia velocità di lettura è più veloce della luce.
Non mi piacciono le parole non dette, quelle rimaste in sospeso come a mezz'aria, posso anche credere e cedere al potere e alla forza del silenzio, ma non a quello del non detto, che è una cosa diversa.
M i divertono anche tutti gli equivoci che nascono dalle diverse interpretazioni o significati di una stessa parola, vi ho già parlato dell'avere in casa due persone che rispondono al nome di Andrea e dello straniamento che questo a volte provoca. Ma è rimasto un mito il fraintendimento tra me e una mia amica ungherese Agi, lei era appena tornata da Budapest e mi stava raccontando di come sta cambiando la città e di come stanno rinnovando alcuni grandi alberghi, e descrivendomene uno mi fa: "pensa ci hanno persino aperto un negozio di cavalli" e io ho pensato: "accidenti questi ungheresi, vabbè che avevano gli ussari ma addirittura mettere un negozio di cavalli in un albergo" ma devo aver fatto una faccia talmente allibita che Agi mi ha chiesto "ma perchè fai questa faccia??" e io "bè mettere i cavalli dentro un albergo" ma proprio mentre lo dicevo mi si è accesa una lampadina e ho capito che si parlava non di equini ma bensi di Cavalli lo stilista!!!! Adesso ogni volta che ci pensiamo ridiamo come matte!!!
Questo post è stato generato da due parole che ho letto mentre venivo in ufficio stamattina sotto una pioggerellina di quelle antipatiche che ti entrano dentro le ossa e che contribuiscono a rendere viscido l'asfalto e pericolosi i sanpietrini.... le parole sono queste:
via affogalasino
e raccolta oli esausti
ora perchè mai una via deve essere intitolata ad asino che un tale ha affogato e poi perchè a qualcuno è venuto in mente di affogare l'asino, ma che male gli aveva fatto la povera bestia????
e poi perchè gli oli sono esausti, che razza di vita fanno????

2 commenti:

lasposina ha detto...

la categoria degli asini è da sempre la più bistrattata, e per quanto riguarda gli oli non ce la faranno più pure loro, insomma spremi lì, mungi là, c'è da capirli; cmq hai cresciuto una figlia che vede doppi sensi e significati nascosti e reconditi in tutte le parole...

Francesco ha detto...

Da:
La piana degli “asini”
di Antonello Anappo (pubblicato il 13/02/2007)

La Piana di Affogalasino (“Fogalasino” o “del Truglio”) è una mezzaluna di terreno golenale, compresa tra Montecucco e il fiume Tevere.

La frequentazione risale all’epoca etrusca, quando il rio Affogalasino era impiegato per il trasporto delle merci, su barchette trainate da bestie da soma, fino alle pendici del Gianicolo. La navigazione non doveva essere facile, se nel nome (“Affoga-l’-asino”) si tramanda un severo monito circa le insidie delle operazioni di alaggio. Secondo lo studioso Venditti tuttavia il nome conserverebbe la memoria di un martirio cristiano: “asini” era infatti l’epiteto ingiurioso con cui erano chiamati i primi seguaci di Cristo.
È dal Seicento che la piana assume la conformazione attuale: le mappe segnalano la frammentazione agraria in stretti spicchi di terreno con accesso al fiume. La campagna, ricca di acque e dotata di un imbarco alla foce, era pregiata ed efficiente.

A partire dal 1926 sono stati realizzati l’arginatura, la bonifica fondiaria e l’interramento in canalizzazione sotterranea dell’Affogalasino. Dagli anni Sessanta l’agricoltura ha ceduto il posto alle piccole fabbriche e agli insediamenti terziari. Tali attività, robusto motore dell’economia locale, richiedono oggi una coscienziosa riqualificazione ambientale.