venerdì, novembre 24, 2006

chicche di finanziaria

Dibattito al senato sulla finanziaria il 22/11/2006:

VOCI DAI BANCHI DELLA MAGGIORANZA. Basta! Basta!
PRESIDENTE. (Marini)Per favore, colleghi.
STORACE (AN). Vorrei poter parlare senza urtare suscettibilità.
PRESIDENTE. Lei però è così abile che le suscettibilità le tocca anche quando non le vuole toccare. Vada avanti! Vada avanti, senatore!
STORACE (AN). Sto tentando di andare avanti. Se lei mi ferma non posso andare avanti; lei è il mio semaforo, non sia sempre rosso!
PRESIDENTE. È rosso qua, non vede che è rosso.
STORACE (AN). Sono felice che vi siano fulgide figure e saluto anche il presidente Cossiga, contro il quale non ho nulla.


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(Il senatore Strano chiede ripetutamente di parlare. Il Presidente gli dà la parola chiamandolo solo con il cognome).
STRANO (AN). Presidente, o mi chiama «Nino», o mi chiama «senatore Strano». «Strano» non mi chiami mai, la prego, è un fatto di garbo, senatore Baccini.
PRESIDENTE.(Baccini) Le chiedo scusa. Prego, senatore Strano.
STRANO (AN). Non c'è bisogno di chiedere scusa, visto il suo tratto sempre cortese e garbato

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PRESIDENTE. Senatore Castelli, a che titolo intende intervenire?
CASTELLI (LNP). Presidente, visto che ha interrotto tutti, mi dica lei su cosa posso parlare così non mi interromperà. (Applausi dai Gruppi LNP e FI).
PRESIDENTE. Senatore Castelli, lei conosce il Regolamento, quindi sa che deve dichiarare alla Presidenza a quale titolo intende intervenire. Penso che a questa ora non sia il caso di polemizzare.
CASTELLI (LNP). Certo, Presidente, però, in questa caotica seduta ho perso di vista la questione.
Presumo di intervenire in dichiarazione di voto sull'ordine del giorno di cui si sta discutendo.

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MALAN (FI). Presidente, l'articolo 102, comma 5, del Regolamento prevede la possibilità di votare per parti separate, quando ci siano due oggetti distinguibili. Qui ci sono la Sicilia, da una parte, e la Calabria, dall'altra. Il ponte... (Applausi ironici dal Gruppo Ulivo).
PRESIDENTE. Grazie, senatore Malan.
FERRARA (FI). Non può togliere la parola al senatore Malan!
PRESIDENTE. Non si agiti, senatore Ferrara.
FERRARA (FI). Io mi agito perché lei non doveva interrompere il senatore Malan. Lei deve ridare la parola al senatore Malan!

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Senatore Novi, prego, ha facoltà di parlare.
NOVI (FI).(omissis...) invito anche il senatore Boccia a non sollecitare il nostro ostruzionismo, perché basterebbe prendere la parola in dissenso dal Gruppo e voi qui non votereste più nulla.
BOCCIA Antonio (Ulivo). C'era mezz'ora...
NOVI (FI). Voi qui non votate più nulla. Se noi vogliamo tutti quanti prendere la parola sul Regolamento, voi qui non votate più nulla.
BOCCIA Antonio (Ulivo). Non è possibile.
NOVI (FI). Poi lo vedrà, senatore Boccia; se vogliamo dimostrarlo, ve lo dimostreremo e vedrà.
Non costringeteci, allora, ad accettare la sfida, perché in tal caso sareste costretti a porre la fiducia anche su una leggina sull'aspirina.

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il senatore Ferrara, al quale do atto della sua resistenza e capacità oratoria. Ne ha facoltà.
FERRARA (FI). La ringrazio, signor Presidente. Sarei anche abbastanza stanco da non intervenire. Tuttavia, quando il senatore Boccia utilizza in quest'Aula una voce verbale come quella del «piacere» o del «non piacere», mi costringe ad intervenire alla fine della seduta, ciò che avrei fatto, a questo punto, non soltanto in risposta al senatore Boccia, ma per un motivo personale.
Egli, infatti, novello Orlando Furioso che ha bevuto dall'ampolla magica, è in parte dimentico e in parte furioso: furioso lo è nell'ultima parte della seduta, furioso lo è stato nella legislatura precedente, come frusta nell'altro ramo del Parlamento; dimentico lo diventa oggi quando afferma che in dissenso non si potrebbe intervenire o quando fa riferimento al contingentamento
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