domenica, febbraio 05, 2012

Wislawa Szymborska

Wislawa Szymborska (Kornik 2 luglio 1923 - Cracovia 1 febbraio 2012)

ripubblico due poesie sue che già avevo postato anni e anni fa:

Ringraziamento
Devo molto
a quelli che non amo.

Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.

La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.

Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l'amore non può darlo,
nè riesce a toglierlo.

Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come un orologio solare,
capisco
ciò che l'amore capisce,
perdono,
ciò che l'amore non perdonerebbe mai.

Da un incontro a una lettera
passa non un'eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.

I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.

E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che si trovano in ogni atlante.

E' merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perchè mobile.

Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.

"Non devo loro nulla" -
direbbe l'amore
su questa questione aperta.

Amore a prima vista

Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E' bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.

Non conoscendosi, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro
se non ricordano -
una volta un faccia a faccia
in una porta girevole?
uno "scusi" nella ressa?
un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
- ma conoscono la risposta.
No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio tempo
il caso stava giocando con loro.

Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
si scansava con un salto.
Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa o lo scorso martedì
un fogliolino volò via
da una spalla a un'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell'infanzia?

Vi furono maniglie e campanelli
su cui anzitempo
un tocco si posavo sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti
è solo un seguito,
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.

8 commenti:

Adriano Maini ha detto...

La poetessa, scoperta soprattutto su blog come il tuo, che maggiormente mi ha insegnato ad amare, perché finalmente compresa, la bella poesia!

Alberto ha detto...

"Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore."

Dalla poesia "Ogni caso".

Marina Salomone ha detto...

una grande!!!!!

zefirina ha detto...

sapeva usare così bene le parole ed aveva un senso dell'ironia grandioso

il monticiano ha detto...

Grazie Zefirina, anche perchè ieri sera alla trasmissione TV3 "Che tempo che fa" Roberto Saviano ha parlato proprio di questa poetessa polacca e ha letto alcuni suoi versi che anche uno come me capisce.
Mi ha dato l'impressione, leggendo queste due poesie che hai postato, che è molto semplice scrivere poesie.
Ma so benissimo che non lo è affatto.

la signora in rosso ha detto...

anch'io non la conoscevo.... ho letto attentamente le poesie postate e credo che ne leggerò altre..

garabondo ha detto...

ciao zefirina,lei è l'eccezione per me che non preferisco la poesia; due natali ho regalato agli amici la poesia il vecchio professore che posterò se non lo farai tu.

ogni sua riga tocca il cuore con una semplicità disarmante.
e ci fà bene e spero anche per un attimo, più buoni.

ciao con affetto.

zefirina ha detto...

è vero le sue strofe toccano il cuore