martedì, aprile 12, 2011

leggendo Svevo

Le parole bestiali che lasciamo scappare rimordono più fortemente delle azioni più nefande cui la nostra passione ci induce. Naturalmente designo come parole solo quelle che non sono azioni, perchè so benissimo che le parole di Iago, per esempio, sono delle vere proprie azioni. Ma le azioni, comprese le parole di Jago, si commettono per averne un beneficio e allora tutto l'organismo anche quella parte che dovrebbe erigersi a giudice, vi partecipa e diventa dunque un giudice molto benevolo. Ma la stupida lingua agisce a propria e a soddisfazione di qualche piccola parte dell'organismo che senza di essa si sente vinta e procede alla simulazione di una lotta quando la lotta è finita e perduta. Vuole ferire o vuole accarrezzare. Si muove sempre in mezzo a dei traslati mastodontici e quando sono roventi le parole scottano chi le ha dette.

(la coscienza di Zeno)

7 commenti:

Unknown ha detto...

ciao Michele pianetatempolibero

Alberto ha detto...

Mordersi la lingua?

Adriano Maini ha detto...

Monito per una buona educazione d'antan!

Marina Salomone ha detto...

bellissimo questo stralcio che dopo tanti anni ovviamente non ricordavo. Un libro stupendo!

nonno enio ha detto...

se la parola è d'argento, ricordiamoci che il silenzio è d'oro..

serenella ha detto...

"....quando sono roventi le parole scottano chi le ha dette."
Mi auguro che sia davvero così!!!!
HO QUALCHE DUBBIO.

Vittoria A. ha detto...

Bellissimo stralcio che non conoscevo, grazie di averlo postato! :)