venerdì, aprile 09, 2010

il tempo non porta conforto


Non dà sollievo il tempo; mentivate
dicendo che sarebbe stata breve
la mia pena. Lo sento nella pioggia
che piange, alla marea che si ritira;
sciolte le vecchie nevi ad ogni picco,
le foglie dell'altr'anno son fumo sui sentieri;
non cosí per l'amaro della morte,
che resta, opprime il cuore, abita in me.
Ho paura di andare in troppi luoghi
che traboccano della sua memoria.
E se respiro in qualche quieta stanza
ignota al passo e al volto luminoso,
dico "non c'è memoria, qui, di lui"
e resto frastornata a ricordarlo.

Edna St Vincent Millay

16 commenti:

Tintarella di... Luna ha detto...

wow sono la prima!!!!Quasi in diretta!!
Comunque sono d'accordo ci sono cose(come la morte) che il tempo non guarirà mai...bella fregatura...

Laura Raffaeli ha detto...

incredibilmente ti stavo pensando mentre scrivevi questo post: ero sulla spiaggia con artu che mi ha portato un altro sasso e mi sono detta "ma patrizia??".
ora sono piena di sassi che artu continua a portarmi o indicarmi, molto belli, che trasmettono ciò che lascia una marea, tutta la storia del mare.
la morte cos'è se non un'onda che si abbatte sulla riva per poi andarsene.. e tornare? e stiamo lì a riva ad aspettare che torni, perché è l'unica cosa che ci riporta ai nostri veri suoni, quelli dell'acqua.
il ciclo è questo si vede cara patty, e quella sensazione di vuoto che provo anch'io lontana dal mare è forse la stessa che provi tu...
vieni da me al mare per un po', potrai ritrovare tante cose, te stessa soprattutto, così frammentata in tante grandi responsabilità da non riuscire a capire ancora quanto sia più vicino di quanto credi ciò che pensi di aver perso.
poi è l'unico modo ormai per prenderti questa montagna di sassi :) un abbraccio fortissimo, la tua amica ultradimensionale (in questi giorni, senza sintesi vocale sul cellulare, sto riscoprendo tante cose belle in quel mondo surreale fatto di sole percezioni extrasensoriali..)

Baol ha detto...

Già, a volte va così, è inverno anche se fuori è primavera...ma è ancora primavera amica mia, ancora primavera...

Michele ha detto...

bella!
sublime!
forte anche l'etichetta se non sbaglio e' di Lucio Battisti
ciao Buona serata

Anonimo ha detto...

tres bien ecrit
il faut laisser le temps au
temps!
L infini est dans la paume de la
main

tino de luik

sempre un po' a disagio ha detto...

Ciao, arrivo da te partendo da Lucien. Ho visto pure io Il vento fa il suo giro e l'ho trovato bellissimo. Se non erro in quel periodo circolava un'altro film assai bello, Coverboy. Saluti

sempre un po' a disagio ha detto...

un altro e non un'altro. Perdona

Veneris ha detto...

Beh alle volte il tempo è un gran dottore altre invece è un gran ciarlatano. Ciao

serenella ha detto...

Si, la chiamo emozione questa poesia che, pare quasi dedicata a me e al mio attuale stato d'animo. La morte porta via una persona e....basta. E' inutiledire che la senti vicino, che c'è....perchè non è vero.
Grazie per questo dono....

Laura Raffaeli ha detto...

vero: non si può più toccare se qualcuno muore ma il mondo invisibile, quello che percepisco e vivo io come cieca, mi ha insegnato molte cose che da vedente non avrei mai immaginato.
non è vero però che non si sente: io sento molto, non potendo più vedere con gli occhi, sento chi ho perso e.. a volte è più vicino di quanto si possa immaginare.
il pensiero e l'amore non muoiono mai, né qui né altrove

Laura Raffaeli ha detto...

bisogna solo abituarsi a vivere l'invisibile, è lì che c'è l'eternità

Marina Salomone ha detto...

Bella poesia che esprime un dolore infinito...senza via di uscita

zefirina ha detto...

la sensibilità fa strani scherzi, a volte basta una poesia che hai scoperto o riscoperto che fa tornare a galla dei ricordi che credevi sopiti, per fortuna come dice baol è primavera

comunque non riesco proprio ad abituarmi a perdite, mancanze, distacchi e dire che ci lavoro su da anni!!!!


@laura amica mia grazie

Baol ha detto...

Un abbraccio forte amica mia!

la signora in rosso ha detto...

Bisogna vivere portandoci dentro i "buchi neri", che non verranno mai colmati....

artemisia ha detto...

Abituarsi alla perdita non mi piace come espressione, direi che si può imparare a convivere con la mancanza di qualcuno. Il grado in cui si può imparare a fare questo dipende anche dal modo in cui si è vissuto il lutto. Il dolore represso, ad esempio nei bambini, può avere conseguenze devastanti per tutta una vita.
La memoria di chi ci ha lasciato poi vive quanto viviamo noi, anzi si rafforza quanto più invecchiamo e ci guardiamo alle spalle.
A volte sentiamo delle presenze, almeno io le sento, in certe situazioni, basta una luce particolare, un odore, una musica, una parola.