giovedì, settembre 25, 2008

due o tre cose che non so delle donne




I misteri dell´universo sono infiniti. Non vorrei parlare dei grandi misteri: Dio, il big bang, il Male, il tempo, l´evoluzione; in primo luogo perché non è argomento da giornali, e poi non ne so nulla. Ma di un piccolo mistero, che gli uomini di sesso maschile contemplano ogni giorno, e contro il quale talvolta si scontrano: le donne. Mi ha sempre colpito la differenza dei rapporti femminili con il tempo e lo spazio. Di solito, la donna ha una relazione buonissima con il tempo, sia pure non cronologico: distingue gli anni, i mesi, i giorni, i minuti: coglie l´atmosfera, il colore e il profumo di ogni istante di vita: ricorda i vestiti, i golf, le scarpe, i costumi da bagno, i cappelli portati durante la propria esistenza: vibra e cambia col passare dei minuti; e difficilmente sa dimenticare il passato. I maschi non posseggono questa sensibilità molecolare per il tempo, e si muovono con meraviglia e goffaggine in questa dimensione che non capiscono, o che capiscono soltanto leggendo Anna Karenina e La signora Dalloway.
In compenso, la donna non ha sovente nessun senso dello spazio. Non sa leggere una carta geografica, né una carta stradale, o un orario ferroviario. Se camminate per Roma o Milano, state attenti a non chiedere informazioni ad una di loro: vi manderà certamente in un luogo sbagliato. Per tre anni ho preso di continuo il treno da Monaco di Baviera a Roma: mia moglie è convinta ancora oggi che passi per Milano e non per Verona. Forse una donna, che capisce mirabilmente la molteplicità del tempo, non comprende la molteplicità dei luoghi. Conosce il luogo dove passeggia in questo momento: per lei, il resto del mondo non esiste, o è nascosto da una nuvola grigia. Ma quando arriva in un luogo, lo possiede con la mente: la sua attenzione è spasmodica. Osserva ogni particolare: conosce ogni pietra di via Montenapoleone o di corso Venezia o di via Condotti o di qualsiasi altra strada e piazza le interessi.Per secoli le donne sono state tenute lontane dai libri, come dalle navate centrali delle chiese cristiane; e qualcuno potrebbe credere che esecrino la letteratura. Invece nutrono per i libri un desiderio e una nostalgia appassionati. Cacciate o chiuse o auto-rinchiuse nei conventi, hanno creato una meravigliosa letteratura mistica, sprofondandosi nell´abisso di Dio, o trasformando Cristo in un corpo vivente accanto al loro, o nel loro stesso corpo. Se volete cogliere la differenza tra la sensibilità di una donna e la superficialità di un maschio, leggete le lettere tra Eloisa ed Abelardo, dove la debolezza del filosofo si annulla davanti all´ardore e alla verità della monaca.Quando sono stati aperti i salotti, con quale finezza le padrone di casa studiarono i sentimenti, le sfumature e le contraddizioni che occupavano il cuore dei loro invitati. Mentre incideva aforismi col bisturi, La Rochefoucauld aveva sempre una donna accanto a sé. Nel diciannovesimo e ventesimo secolo, la lirica, il romanzo e il racconto sono state il terreno naturale dove le donne, da Jane Austen a Flannery O´Connor, sono cresciute. Quanto alla filosofia, le donne evitano, di solito, la forza e lo schematismo del "sistema". Ma, in Virginia Woolf e Simone Weil, la mens non è meno intensa di quella dei filosofi di professione. Entrambe posseggono un dono rarissimo: il coraggio dell´estremo. Nei monasteri e negli studi, le donne non hanno mai rivelato un istinto pittorico così straordinario. Quando parlano o scrivono, posseggono una sensibilità sottilissima per i colori, le forme e i profumi, che di rado concentrano in un quadro. Le loro mani orchestrano bellissimi mazzi di fiori, ma rifiutano di usare il pennello e di fondere i colori sulla tavolozza. Vermeer non è una donna. Chardin non è una donna. I maestri dell´impressionismo sono maschi dalla foltissima barba. Eppure essi incarnano quanto di più femminile esiste al mondo: le stanze chiuse, le cose impregnate di luce, il riflesso degli argenti e delle vesti, una bambina col volano, i gatti, la fioritura delle ninfee sotto i cieli rosa che si riflettono nell´acqua rosa. Non ne capisco la ragione. Forse le donne amano il colore delle cose, e non quello dipinto: forse dipingere è, per loro, un´offesa all´immensa fantasia della natura.
(Pietro Citati su repubblica del 23/9/2008)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Io non ho mai creduto nella schematizzazione tout court uomo-donna, e questo non perché non esistano differenti evidenti nel modo di comportarsi tra uomini e donne ma perché sono convinto che tutto debba farsi risalire all'apprendimento, all'esempio parentale e - forse - agli archetipi dell'inconscio collettivo di junghiana memoria.

Questa è una differenza non banale, perché consente di introdurre un numero infinito di varianti tra le diverse sensibilità e spiegare l'esistenza di personalità che uniscono caratteristiche peculiari di un genere e dell'altro: come collocare altrimenti Oscar Wilde tra Kant e Simon Weil?

Detto questo, è vero, affascinante e misterioso per un uomo il modo in cui le donne spesso interpretano la realtà, il modo femminile intendo, perché spesso, specialmente sul lavoro hanno atteggiamenti standardizzati del tutto simili agli uomini.

E' una esperienza di visione laterale, si scopre tutto un mondo diverso e meraviglioso, con un rapporto del tutto diverso tra le cose.

E' vero, tuttavia, che noi uomini facciamo raramente questo esercizio, e mi domando anche se una troppo attenta analisi non porterebbe a perdere qualcosa sul piano della spontaneità dei rapporti tra i sessi. D'altra parte è noto che gli uomini lavorano e vivono insieme abbastanza bene perché in fondo si sfiorano soltanto, mentre le donne, che sono portate a rapporti più profondi, raramente si sopportano tra loro.

zefirina ha detto...

ieri leggendo questo articolo ho provato un moto di tenerezza, perchè mi sembrava, è un mio sentire, che l'autore intendesse scrivere con leggerezza ma molto amorevolmente su questa presunta differenza di "sentire" o "vedere" tra i differenti sessi.
Io per esempio effettivamente sono una frana con cartine stradali ma ero un asso in geografia e non ho problemi con gli orari dei treni o degli aerei, però poi mi trovo in difficoltà ad indicare la destra e la sinistra, mi ricordo quando ero piccola facevo un gioco fra me e me: leggevo ogni targa di ogni strada su cui passavo, questo ancora oggi (non parlo dei quartieri nuovissimi) mi permette di districarmi per roma, un'altra cosa strana è che per riconoscere una strada dalla quale sono passata e ricordarmi quindi un determinato percorso è più facile per me se le condizioni orarie sono le stesse. Mi spiego meglio se un percorso l'ho fatto di notte e ho notato alcuni punti di riferimento, per non perdermi lo dovrei rifare di notte!!!!

Come già scritto ho un ottima memoria per i fatti accaduti durante la mia vita (per quelli che voglio ricordare), tanto è vero che spesso sono la "memoria storica" di amici e di parenti.

Non sono d'accordo con te, ho forse non ho capito bene cosa volevi dire quando hai scritto che le donne raramente si sopportano tra loro: io ho una bella cerchie di amiche, alcune sono colleghe di lavoro che nel corso degli anni sono diventate molto intime, forse perchè ho sempre sentito la mancanza di una sorella, essendo cresciuta in una cerchia familiare prevalentemente maschile e anche gli anni dell'adolescenza, al liceo, i compagni di classe sono stati prevalentemente maschi, e per lungo tempo

artemisia ha detto...

Io invece non ho capito perchè mai uno dovrebbe "collocare" Oscar Wilde tra Kant e Simone Weil, ma può darsi che questa mia difficoltà sia da far risalire agli archetipi di junghiana memoria.

Anonimo ha detto...

Provocavo :-)

Ho esperienza del fatto che difficilmente due o più donne che lavorano nello stesso ufficio vanno d'accordo, ma è chiaro che io colleghi non si scelgono, tutt'al più si sopportano.

E' vero però che l'argomento è critico: o ci si scherza o è difficile non vederlo da angolazione diverse, tra uomini e donne.

O forse sono solo io che ho questa impressione.

Quanto a Oscar Wilde, non era mia intenzione parlare di collocazione filosofica, ma solo di una inclinazione alla cura dei particolari e al gusto dell'estetica, sia in letteratura che negli aforismi, che mi sembra a metà strada tra il maschile e il femminile.

Unknown ha detto...

ogni tanto ho l'impressione di individuare uno spiraglio nella psiche delle donne che frequento , e allora esulto : sto cominciando a capire ! ma dopo qualche istante di nuovo il nulla ........
è strano il fatto che le mie amicizie siano in gran parte femminili ... ho delle amiche che frequento da più di trent'anni ... già ... e allora perchè i miei matrimoni durano molto meno ?
ho quasi il dubbio che sotto sotto ....
:D
hasta

Clelia ha detto...

Quanto siamo diverse dagli uomini, due pianeti opposti che a valte si incontrano e attraggono. Mi è piaciuta moltissimo questa tua disquisizione, piena di riferimenti ad arte e storia. cOCORO CON TE IN TOTO, a noi piace l'essenza non la forma!

un bacione

Clelia

zefirina ha detto...

marco anche a me ogni tanto sembra di intravedere uno spiraglio nella psiche degli uomini che frequento...poi mi metto gli occhiali e
vedo meglio
;-)

l'essenza arriveremo mai a toccarla? a scoprirla?

zefirina ha detto...

vedi angelo accidenti non capisco più l'ironia e le provocazioni... alle volte questo mezzo così rigido è frustante, non si riescono a cogliere le sfumature, i toni di voce