venerdì, aprile 13, 2007

famo' alla romana

spigolando qua è là ho trovato questa spiegazione plausibile:


Il detto si colloca nel contesto del Giubileo. In particolare, nel corso dell’800, la massa dei pellegrini finiva per riversarsi nelle Osterie fuori porta, dove all’insegna della tipica frasca, veniva servito su lunghe tavolate un unico menù, solitamente composto da portate semplici della cucina tipica locale, arricchito da un buon vino dei Castelli Romani. Tale condizione di promiscuità dell’avventore e di occasionalità dell’evento (in assenza di camerieri e ad evitare di dover fare, cosa ancor più difficile per l’epoca, i conti a ciascuno) induceva l’oste a praticare un prezzo unico per tutta la tavolata. E quindi a fine pasto considerata anche l’omogeneità del menu presentava, tassativamente a voce, il conto di ciascuna tavolata. Di conseguenza gli avventori erano costretti a dividere, pagando un tanto a testa. Nel ‘900, con l’avvento di trattorie e ristoranti e di un servizio più qualificato, tale usanza è andata via via scomparendo fatta eccezione per qualche comitiva di ragazzi o di quei gruppi di avventori forestieri, i quali ritenendo che l’origine del detto fosse riferita –come non lo è- alle abitudini di comportamento della popolazione romana, continuavano e continuano ad usare tale modalità di compensazione del conto, anzichè sottostare a quel vincolo di ospitalità che, per un vero romano, era e rimane sacra , e del tutto estranea al detto di cui trattasi.

(Ivano Giordani -Roma 2005)

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