lunedì, novembre 27, 2006

lettere






Sto leggendo le lettere di una poetessa che mi è molto cara, Emily Dickinson, oltre alle sue poesie avevo già letto un libro che parlava della sua vita, (Nei sobborghi di un segreto di Marisa Bulgheroni), l'altro giorno mi è caduto l'occhio su questa nuova edizione delle sue lettere, e ovviamente ho dovuto compare il libro, c'è anche una bella prefazione di Barbara Lainati che ha curato questa raccolta e anche quella delle sue poesie. La cosa che più mi ha colpito di questa donna (la Dickinson) è questa sua vocazione alla solitudine, questo suo rinunciare al mondo esterno o meglio rinunciare a farsi vedere dal mondo, perchè poi il mondo entrava comunque nella sua stanza, tramite libri, lettere, persone a lei care, un coraggio che io non avrei mai, che non riesco a capire, così come non capisco le suore di clausura, come si fa a rinunciare al mondo esterno, come si fa a rinchiudersi in una prigione volontariamente, eppure queste donne non sono nè fragili nè vili anzi trasmettono un'autorevolezza, una piena consapevolezza del loro io che mi scatena l'ammirazione.
Le invidio questo sublimare l'amore e le passioni, perchè dalle sue poesie la passione traspira, si sente, (invidio a emily non alle suore, anche se in fondo pure loro sublimano in qualche modo una passione nell'amore per Dio, così mi pare di ricordare) e tu ti chiedi come può una donna che non ha mai conosciuto l'amore fisico (questo è ancora in dubbio) scrivere dei versi così sensuali ed risultare lei stessa seducente e maliziosa.

1 commento:

lasposina ha detto...

eh, cara mia, forse proprio grazie alla sua non-conoscenza...