martedì, aprile 21, 2020

quel che affidiamo al vento

(nella foto il telefono del vento in Giappone)

piccoli ritagli di: Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina

Anche se passa del tempo , il ricordo di chi abbiamo amato non invecchia. Invecchiamo solo noi.

Intuiva soltanto che certe cose complesse come la felicità, più che le parole le potesse insegnare l'esempio e che, soprattutto, la gioia di vivere serviva possederla in abbondanza per poterla consegnare ad un altro.

"L'amore è come la terapia, funziona solo quando ci credi". "Ma soprattutto" gli faceva eco lei "solo quando ti senti pronto a lavorarci".

"La vita bisogna amarla, Takeshi, delle persone serve imparare a fidarsi. Non fargliele odiare, non c'è via di scampo dall'odio" aveva concluso abbassando la voce.

Ecco, ricordava di aver pensato, l'amore è pericoloso. E spesso serve a perdonarsi le cose peggiori.

In fondo era quanto ci si augurava per tutti, che un posto  dove curare il dolore e rimarginarsi la vita ognuno se lo fabbricasse da sé, in un luogo che ognuno individuava diverso.

La vita consumava, col tempo  creava innumerevoli crepe, fragilità. Erano però proprie queste a decidere la storia di ogni persona, a far venire voglia di andare avanti per vedere cosa sarebbe successo più in là.

Yui comprese che l'infelicità aveva sopra le ditate della gioia. Che dentro di noi teniamo premute le impronte.

....delle persone che ci hanno insegnato ad amare, ad essere ugualmente felici ed infelici. Quelle pochissime persone ci spiegano come distinguere i sentimenti, e come individuare le zone ibride che ci fanno anche soffrire, ma che ci rendono diversi. Speciali e diversi.

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